Novembre 24, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Tecnica spinning: esche SILENT o RATTLING?

Una delle domande che si pone chi pratica la pesca a spinning è sulla scelta dell’esca silent o provvista di rattling interno.

Praticamente la differenza sostanziale è tra quelle che potremo definire silenziose e quelle rumorose.
In questo articolo, non propriamente destinato a chi è agli inizi nella tecnica della pesca a spinning, andremo a trarre delle conclusioni per suggerire l’utilizzo di una tipologia o di un’altra, partendo dalle nostre esperienze, andremo ad individuare quali sono le componenti da ricercare nella nostra battuta di pesca per aiutarci nella scelta.

Differenze

 
Iniziamo il nostro discorso facendo una rapida suddivisione tra quelle che definiamo SILENT BAIT (silenziose) e RATTLING BAIT (rumorose).
Il fattore che le contraddistingue è la presenza del rattling, ovvero una camera interna al nostro artificiale, solitamente ricavata tra le pareti plastiche del corpo dell’esca, in cui vengono inserite delle sfere metalliche che possono avere anche una funzione di bilanciamento, della pesistica interna.
La composizione del materiale delle sfere metalliche e della plastica della camera, producono delle sonorità differenti, con delle frequenze ben definite, che nelle esche di note case produttrici sono studiate per andare a riprodurre delle caratteristiche comuni al pesce foraggio.
Negli artificiali dove è presente il rattling, noteremo che scuotendolo o in fase di recupero, esso produrrà delle sonorità che si trasformano in un richiamo (o un fastidio) per il predatore, in ogni caso, la nostra imitazione sarà maggiormente individuata anche in presenza di acqua torbida o di notte, con il risultato di scatenare la sua aggressività o indurre alla fuga la nostra preda.

Esche Silent ed esche Rattling
Fanno parte delle esche silent, molti lipless, alcuni jerk, ma anche siliconici come worm e soft jerkbait, mentre tra le esche rumorose, includiamo soprattutto i minnow jerk, ma anche popper e skipping lure che, anche se non propriamente provvisti di rattling, sono comunque esche con simile effetto.

 

In natura
Andando ad esaminare quello che succede nell’habitat acquatico, potremo dedurre che in ambiente naturale, la maggior parte dei pesci non fanno rumore quando nuotano. Magari potranno emettere dei suoni mentre sono in pascolo, se soffiano bolle o qualcosa del genere, ma la maggior parte di essi sono creature tranquille che nuotano senza farsi “sentire” più di tanto.
Le fonti di cibo che emettono rumore sono le creature terrestri (rane, topi, ecc..) o magari gli invertebrati di fondale (gamberi, aragoste, ecc…) che producono qualcosa di molto simile ad un ticchettio, ma allo stesso modo non sono riconducibili alle sonorità del rattling delle nostre esche.

 
E allora, vi chiederete: perché dovremo preferire quelle esche che fanno rumore?
Ovviamente è in noi la scelta di utilizzare una tipologia di esche rumorose o meno, che in molti casi non ricordiamo per tale caratteristica ma per altri fattori, legati soprattutto alla lunghezza, forma e peso. Praticamente nella maggior parte dei casi, le utilizziamo senza saperlo, magari perché non abbiamo mai considerato attentamente questo fattore o perché non abbiamo mai verificato statisticamente la loro efficacia.

Le condizioni
Riuscire ad interpretare le condizioni di pesca della nostra battuta, ci aiutano ad affinare la nostra scelta dell’esca, sia in relazione alla presenza di rattling, sia alla forma, lunghezza ed anche colorazione.
Per fare degli esempi, in una situazione di calma (meteo normale, corrente media, acqua calma…) potremo preferire un’esca silent, per destare il minimo impatto con l’ambiente circostante, al contrario, in presenza di vento, corrente, presenza di pesce foraggio, onda (ecc..) potremo adottare la soluzione rattling per attrarre maggiormente l’attenzione.

In verità quello che il predatore individua come segnali che scatenano il suo istinto predatorio sono la vista di un pesce “preda”, le vibrazioni che emettono le “palle di pesce foraggio” (ovvero l’insieme di tante piccole vibrazioni causate dal loro nuoto) e soprattutto i suoni ed i flash, emessi dai pesci che tentano di sfuggire ai pesci in caccia.
Tutto questo andiamo a simulare con la nostra attrezzatura, animando il nostro plastichetto, che il predatore riesce a percepire tramite la linea laterale, l’organo sensoriale predisposto, qualcosa di molto simile al nostro orecchio ed occhio, messi insieme.

Gli spot di pesca
Sia per gli ambienti d’acqua dolce, che per quelli marini, un’attenta analisi dello spot di pesca è da considerare prima di utilizzare una tipologia di artificiale o l’altra. Se siamo in presenza di fondale sabbioso, acqua profonda, alghe e vegetazione, possiamo benissimo immaginare che la propagazione del rumore emesso dalla nostra esca sarà minore di quella che ci sarebbe in uno spot ricco di rocce e acqua bassa, perché assorbita dall’ambiente circostante e non riflessa, come in questo ultimo caso.
Possiamo immaginare lo stesso discorso per i porti e per i laghi, mentre nei corsi d’acqua come fiumi di media o piccola portata, un esca con rattling pronunciato aiuta all’individuazione da parte dei predatori.

 

Quando usare l’esca rumorosa
Soprattutto quando ci sono condizioni di vento, onda e corrente sostenuta, ma anche quando i predatori sono apatici e si limitano ad inseguire le nostre esche senza decidersi ad attaccare. Allo stesso modo possiamo giocarci l’esca con rattling in presenza di acqua scura, torbida o di notte.
 
Secondo me esistono dei limiti anche nella scelta delle esche rumorose
 
in quanto con delle frequenze medie riusciamo ad avere buoni risultati attirando il predatore che accumuna il suono a quello già noto del pesce foraggio, mentre con sonorità eccessive o troppo acute, rischiamo di spaventare troppo il pesce che non riesce ad identificare le vibrazioni e lo induce alla fuga.

Quando utilizzare l’esca silent
Ovviamente nelle condizioni opposte a quelle citate sopra, ovvero

 
quando abbiamo bisogno di una presentazione meno invasiva possibile ed in ogni caso quando scegliamo di rallentare la nostra azione di pesca
 
legata alla ridotta attività del pesce. In condizioni di calma, utilizzando un’esca silent, magari un jerk privo di rattling, potremo andare ad insistere maggiormente sui flash e sulla vista, per indurre il predatore all’attacco, soprattutto in condizioni di acqua chiara.
 

Conclusione
In base alla personale esperienza, consiglio di variare spesso l’azione di pesca perché non è sempre facile riuscire ad interpretare correttamente i fattori che ci suggerisco una presentazione rumorosa o meno. Solitamente cominciare da una silenziosa per poi proseguire ad una con rattling è la scelta consigliata in molti casi e che ha portato il maggior numero di catture.

 
Andare a diversificare la tipologia di esche utilizzate, soprattutto se siete in presenza di altri pescatori, potrà essere la carta vincente, in linea di massima, non insistere sempre con quelle rumorose, ad esempio i popper, è consigliato anche per non disturbare troppo i pesci ed indurli ad una assuefazione dalle vibrazioni emesse dai nostri artificiali, che non portano a nessun buon risultato, vanificando la nostra battuta e tutte le nostre considerazioni.
Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN