Dicembre 3, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Itinerari mare, pesca a spinning in Corsica

Oggi sulle pagine di PLANETSPIN il nostro amico Christian, che abbiamo già avuto modo di conoscere qui (clicca qui), ci racconta come affronta le sue avventure di pesca,

parlandoci della sue esperienze in Corsica.

Non è facile trovare persone che si dedicano con tanta pazienza a elencare tutte i dettagli che sono costati magari tanto tempo in ricerca, prove e sperimentazione, per cui va a lui un grande ringraziamento a nome di tutti noi di PLANESTPIN. Ma leggiamo cosa ci scrive.

Dal 2009 ho scoperto un modo diverso di viaggiare, “viaggiare per pescare”.

Quello che prima poteva essere qualcosa di non necessario, per chi ha la fortuna di vivere sulla costa, sta diventando sempre più una necessità, oltre che un piacere. Per gli appassionati difatti, a causa dell’incessante distruzione dei nostri mari, per continuare a godere di questa disciplina, non rimane che spostarsi verso zone incontaminate!

Quando sei stato la prima volta in Corsica?
Il mio primo viaggio in Corsica risale al 2009. Ospite da un amico, con il quale ho condiviso le prime avventure di pesca, sono subito rimasto colpito, dalle bellezza di quei luoghi selvaggi e me ne sono innamorato. Pescare lontano da tutti e da tutto, immerso nella natura, non ha prezzo. Non posso più fare a meno di quei panorami, profumi e colori che solo questa isola del Mediterraneo, insieme alla Sardegna possono regalarci.

Perché Corsica e non Sardegna?
Senza mettere in discussione la bellezza di entrambe le isole, da Italiano, so bene quanto da noi le leggi non vengano rispettate. Le conseguenze sono note a tutti ed è il mare a pagarne un caro prezzo. Nonostante la Corsica sia ormai parecchio sfruttata, grazie alle leggi francesi e al rispetto dei locali verso la loro terra, ritengo ci sia una natura più intatta e tutelata.

Pescare in Corsica è facile?
No, assolutamente no! Luoghi selvaggi, sentieri inesistenti e fondali insidiosi rendono la pesca tutt’altro che facile. Si tratta sempre di Mediterraneo e non siamo in nessun paradiso tropicale. L’errore più grande che si possa fare è quello di partire con troppe aspettative. Ci tengo a sottolineare questo, in quanto tanti ragazzi che sono partiti, sono tornati a mani vuote e soprattutto delusi. E’ un luogo affascinante e stimolante, ogni lancio aspetti la botta che ti sfili la canna dalle mani, ma purtroppo non è sempre così!

E’ vero, i pesci ci sono, ma dietro una cattura ci sono tantissimi tentativi e sacrifici.

La ricerca dello spot è davvero difficile. I sentieri non esistono e bisogna avventurarsi in mezzo alla macchia mediterranea. A volte la ricerca può diventare davvero frustrante e spesso tante ore di cammino ci portano a spot irraggiungibili, ad amari cappotti e strike non andati a buon fine.
Ci sono annate in cui tutto gira per il verso giusto, altre in cui tutto va male. Spesso cerchiamo delle spiegazioni, ma alle nostre domande non abbiamo nessuna risposta certa.
E’ vero, sono 10 anni che frequento l’isola, ma bisogna essere onesti e capire che 1-2 settimane l’anno non possono fornire una conoscenza completa, come quella che si ha a casa propria!
Spesso ci imbattiamo in video di catture incredibili e tutto ci sembra così apparentemente semplice, ma non è così! Forse è questo uno dei più grandi nei dei social network, creare troppa aspettativa e fare sembrare tutto troppo facile.

Consigli la Corsica?
Certamente, ma più che la Corsica, consiglio di viaggiare in generale. Quando si ha la possibilità, esplorare nuovi luoghi e fare conoscenza con altre persone è qualcosa che ti arricchisce dentro. Chi ha spirito di avventura, un buon gruppo di amici e tanta voglia di crederci, deve solo aspettare il momento giusto e provare l’esperienza del viaggio di pesca!

Attrezzatura, consigli e occorrente per il viaggio?
– Preparazione fisica. Sicuramente una buona forma fisica è dalla nostra, anche se molti pescatori storceranno il naso! Raggiungere gli spot richiede davvero un grande dispendio di energie e per frequentare la scogliera in sicurezza è necessario un buon atletismo. Sono luoghi affascinanti, ma non bisogna mai prenderli sottogamba per evitare di farsi male. Ritengo sia davvero molto importante fare questa precisazione, in quanto raggiungere questi luoghi selvaggi e accontentarsi di pescare a 5minuti dall’auto o dietro ad un porticciolo sarebbe davvero un peccato. Non si è mai realmente pronti a quello che potrebbe capitarci, ma partire senza un minimo di preparazione non ci farebbe godere a pieno questa esperienza.

– Un buon 4×4 è un grande alleato in questa terra accidentata e selvaggia e ci permette di risparmiare molto tempo per raggiungere gli spot! Ovviamente se riusciremo a trovare una strada semi-agibile, credetemi, cosa non sempre scontata!

– Walky Talky, sono un grande acquisto, per comunicare con i compagni di pesca durante la battuta e segnalarci eventuali problemi. In passato abbiamo avuto esperienze poco piacevoli perdendo qualche componente del gruppo per ore nel bosco. Spesso i telefoni non prendono e una buona radio resistente all’acqua è un ottima soluzione per la sicurezza di tutti.

– Le attrezzature sono le stesse che utilizziamo solitamente sulle nostre coste. Per anni abbiamo utilizzato esclusivamente delle attrezzature da spinning medio, anche per praticare uno shore jigging leggero. Questo perché la taglia media delle prede anche qui si aggira sui 2kg e quindi sono un ottimo compromesso tra potenza e divertimento. Canne con una buona schiena, frizioni belle chiuse e materiale di qualità ci hanno permesso di avere la meglio in svariate occasioni, su dentici e ricciole.
Da qualche tempo però, ci stiamo dedicando ad uno shore jigging più puro, e dunque abbiamo iniziato a portare qualche attrezzo specifico.

La conformazione del fondale è davvero complicata e non sempre canna pesante significa vincere il combattimento.

A volte, un pesce da 3kg preso in alcuni spot, ne vale come un pesce da 15kg preso in un altro! Qui c’è un fondale talmente pieno di ostacoli che anche ricciolette da 1kg ti mettono in difficoltà! Per riuscire nella cattura della vita, devono andare per il verso giusto davvero tante varianti.
Il lato positivo di questa difficoltà, sta nel fatto che in vacanza si fa tanta scuola. Avendo tante conferme e scoprendo ogni giorno novità, è più facile arricchire il proprio bagaglio personale, rispetto ai soliti spot di casa, dove avere uno strike è sempre più difficile.

Come raggiungere l’isola?
L’isola è ben fornita sotto ogni punto di vista. Consiglio di viaggiare in nave, ovviamente caricando la propria auto a bordo con le attrezzature, il miglior compromesso qualità/prezzo.

Come scelgo il periodo per il viaggio?
Il periodo del viaggio solitamente lo scegliamo in base alla preda che vogliamo insidiare. Il problema più grande però è il continuo slittamento delle stagioni. Ultimamente è davvero difficile centrare il momento giusto e bisogna avere tanta fortuna, almeno che non si possa programmare un viaggio poche ore prima della partenza.
Di conseguenza però ci si deve saper adattare e ripiegare su particolari pesche più consone in quel determinato momento. Non è raro trovare 25° ad inizio inverno o una nevicata a fine primavera e di conseguenza neanche i pesci sembrerebbero capirci più nulla, con riproduzioni in periodi inusuali e comportamenti davvero ambigui.

La luna, le maree?
Devo essere sincero, non capisco se sia una questione di influenza sulla presenza del foraggio, più che sulla presenza del predatore in sè. Il barra spesso segue e non mangia in condizioni di luna piena, forse vede l’inganno, forse non riesce a sfruttare l’oscurità per attaccare. Ti capita poi la spigola con acqua cristallina e la luna piena su un jig. La pesca è davvero incredibile, ogni volta che pensi di aver capito, poi si ribalta tutto e riparti da zero. Ogni spot è diverso, ogni zona è diversa, le abitudini sono diverse. Non mi sento di dare una dritta sull’argomento, soprattutto in un posto dove purtroppo posso stare 1-2settimane l’anno e come già detto non posso conoscere come casa mia.

Come preparo la battuta?
Innanzitutto un occhio al meteo fa sempre comodo e ci permette di capire dove possiamo e dove non possiamo andare. Dopo di che, un breve brief con i compagni e ci si divide in 2/3gruppi, in base a quanti siamo. Si decide il possibile target della pescata e di conseguenza l’attrezzatura più idonea. Prepariamo la cassetta e si parte!

Cerchiamo sempre di non essere in troppi su uno spot, per dare meno fastidio in acqua e ovviamente per massimizzare la possibilità di strike.

Se dopo qualche giorno, uno spot ci regala 2-3 belle pescate, ci spostiamo, per rispettarlo ed evitare di creare troppo fastidio ai pesci.

La cattura che ricordi maggiormente?
Quando partiamo per questi luoghi, il pensiero non può che andare al Re della scogliera, il dentice!
Sicuramente la cattura della svolta è stata quella del primo dentice “cercato”, preso insieme ad Ale. Dico “cercato” perché prima di prendere questo, ho avuto modo di catturarne altri, ma per lo più casualmente.

Fin da subito è diventato un chiodo fisso per tutti. Ogni vacanza arrivava quella botta che ti sogni la notte, ma andare a segno non è mai stato facile. Per qualche vacanza ci è sembrato di avere una maledizione addosso, fino a quel tanto atteso momento in cui finalmente lo tieni tra le mani con tutta la sua potenza.

Se devo però citare la mia cattura preferita in assoluto, sicuramente è stata la leccia amia.

Come ho già detto tante volte, in questa pesca bisogna crederci ed avere stimoli. Sono il classico tipo che sulla banchina del porto dopo 10min si è stufato e chiude le canne. Per me lo stimolo è dato da questi luoghi magici e dalla natura selvaggia che li circonda.
Ritengo questa cattura così speciale, perché quella particolare condizione, accendeva in me la fantasia di incocciare il predatore importante che si mette in caccia durante una tempesta.

Tempo cupo, pioggia, mare mosso, vento laterale a 50kts, insomma tutte le condizioni avverse possibili, ma che ti portano ad un’ irrefrenabile voglia di lanciare. E poi, dove nessuno se la sarebbe mai aspettata è arrivata lei. Probabilmente, ad oggi la mia cattura preferita. Rappresenta per me l’essenza della pesca con gli artificiali. Ringrazio ancora una volta i miei compagni di pesca per essere stati li ad aiutarmi e condividere l’emozione!