Novembre 25, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Pesca & scienza: GLOW, fotoluminescenze e bioluminescenze

Questo articolo nasce dal desiderio di chiarire le differenze tra luminescenza e fosforescenza, conosciute con un termine troppo generico inglese detto “Glow”.

Purtroppo mi accorgo che nei video tutorial su Youtube o sulle pagine di negozi di pesca, si usano delle terminologie molto spesso improprie.

In realtà il termine “Glow” significa letteralmente bagliore, quindi viene utilizzato per entrambe le parole.

Ma ad una attenta analisi visiva, ma anche chimica e fisica, vedremo che il termine “Glow” è fuorviante per comprendere le parole Fosforescente e Fluorescente.

Ma partiamo dall’origine delle fonti che generano questi “bagliori”.
A seconda della natura dell’eccitazione che causa la luminescenza si parlerà di:
• Bioluminescenza.
• Chemiluminescenza.
• Elettroluminescenza.
• Fotoluminescenza. Fosforescenza. Fluorescenza.
• Radioluminescenza.
• Sonoluminescenza.
• Termoluminescenza.
• Triboluminescenza

Fluorescenza – Proprietà di molti corpi solidi, liquidi e aeriformi per la quale, allorché sono colpiti da una radiazione, emettono luce finché questa persiste.

Esempio di Fluorescenza sotto raggi UV

Fosforescenza – Proprietà di molti corpi solidi, generalmente cristallini, consistente nella emissione di radiazioni luminose per un certo tempo dopo che sono illuminati (da frazioni di secondo fino a parecchi giorni).

Esempio di Fosforescenza

Quindi in parole povere potremo dire che la fluorescenza sui nostri “EGI” o totanare che dir si voglia si attiva su quei tessuti particolari, ad esempio il Keimura, con i raggi solari o con le lampade a raggi UV, ma appena tolgo il mio artificiale da questa esposizione l’effetto della fluorescenza terminerà.

Per la Fosforescenza invece, dopo aver sottoposto la mia totanara ad una fonte luminosa per poi levarla, questa rimarrà andando a affievolirsi nel tempo.

Nel nostro campo il più grande motore di reazione chimica è il sole.

I raggi UV sono una particolarità solo del sole, essi viaggiano tra i 300Nm, e i 400Nm, per cui fuori dal nostro campo visivo che va dai 460Nm ai 700Nm
Anche io molti anni fa presumevo che la Luna potesse in qualche modo produrre radiazioni luminose di qualche genere che mi creavano reazioni su tessuti particolari come il keimura. Purtroppo con mio dispiacere ho scoperto che traducendo video di autorevoli studiosi e testi dall’inglese, questo non avviene.

Ma perché ho comunque una buona pescosità del mio EGI?

Semplice, è il colore che adoperate che si trova nelle migliori condizioni di luce per essere individuato dai calamari.

La luce riflessa della luna non contiene componenti pericolose per i nostri occhi (raggi ultravioletti, infrarossi e onde radio), come invece avviene con la luce emessa dal Sole.
Anche se la luce della luna piena può sembrare un faro puntato verso il mare,è circa un milione di volte più debole del Sole. Calcolate infatti che il suolo lunare trattiene oltre il 93% della luce solare e rimanda il restante, filtrato nello spazio e quindi anche sulla terra.

L’intensità della radiazione luminosa e quindi anche i raggi UV diminuiscono in modo esponenziale e già, dopo i primi 50 cm, di penetrazione in acqua, sono ridotti del 50%. Solamente l’1% giunge a 100 m di profondità, oltre domina la completa oscurità. Per cui i nostri tessuti che reagiscono con una luminescenza(Fluorescenza), vedi Keimura e tessuti simili, perderanno efficacia man mano che ci si spinge in profondità.

Un altro fenomeno che vorrei prendere in esame velocemente è la Bioluminescenza.

Purtroppo leggo su pagine di negozi di pesca on line che le loro totanare, non sto a specificare la marca, perché non è utile ad esprimere il concetto, emettono ”Bioluminescenze”.


Niente di più FALSO. Purtroppo spesso si usano terminologie improprie per fine commerciali in modo da catturare l’attenzione del “Eginger”.
La bioluminescenza è un emissione di luce da parte di organismi viventi, animali e vegetali, che richiede la presenza di ossigeno.
Le bioluminescenze nel nostro ambiente sono tipiche dei cefalopodi, ma anche nei crostacei e nei pesci abissali emesse attraverso o tutto il corpo o attraverso organi chiamati fotofori ad opera di una sostanza chiamata luciferina.

Esempi di bioluminescenza


Tutte le informazione che vi ho trasferito, provengono da fonti autorevoli, come l’enciclopedia Treccani, Wilkipedia, e da testi vari, qualora desiderate verificare quanto da me detto, vi invito a introdurre la parola da voi scelta nel motore di ricerca di Google e verificare la sua veridicità e vedrete che mi darete ragione.

Come mio solito vi lascio con il mio consueto proverbio:

Se vuoi vivere una vita migliore, impara a pescare

Massimo rispetto per l’ambiente e un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN.

PAOLO EGING GURU GAVAZZENI MANNINO
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