Le emozioni che la pesca a spinning riesce a trasmettere sono varie e sempre diverse. Oggi leggiamo il racconto di Alessandro,
Su segnalazione di alcuni pescatori del posto in merito al passaggio di tonni, io e mio padre, immancabile compagno di avventure, decidiamo di tentare la fortuna dopo alcune uscite infruttuose a traina con il vivo.
Sono circa le 18.00 quando usciamo dal porto e ci dirigiamo nella direzione in cui sono solite crearsi mangianze di pelagici,
Le condizioni meteo marine sono contrassegnate da un buon vento proveniente da ovest ( dove mi trovo io è un “vento di terra”) che taglia una consistente onda di scirocco, fatto che ci fa ballare non poco.
Avvicinandoci al punto si notano distintamente dei tonfi e degli spruzzi d’ acqua, segni inequivocabili di tonni in spiccata attività predatoria.
Decidiamo di avvicinarci a loro più per goderci lo spettacolo appassionante che per tentare la loro cattura, dato che con attrezzi da 8/12 lbs è da ritenersi pressochè impossibile.
Seguendo la loro azione di caccia ci accorgiamo che il mare ci presenta dei segnali di attività pelagica a noi più congeniale, infatti si aprono 2-3 cerchi di mangianza di tonni alletterati stimati inizialmente sui 3/4 kg.
Quest’anno ho sempre portate con me in barca la mia prima canna da spinning,
Non parte subito in fuga, tant’è che riesco a recuperarlo per un pò credendo che fosse un pesce di max 2 o 3 kg, fino al momento in cui forse accortosi di essere trattenuto da qualcosa parte come un razzo.
In pochi secondi 100mt di trecciato (0.15 mm) sono fuori dal mio shimano stradic 4000, facendomi vedere il fondino di nylon in bobina con ormai poche spire di multifibra attorno.
Blocco quasi tutta la frizione, ma il filo continua a uscire, allora si decide di seguire con la barca la traiettoria tracciata dal filo e metterci sulla perpendicolare del pesce. Questa manovra mi consente di recuperare del filo, ma una volta che il tonno è sotto la barca decide di piantarsi a mezz’ acqua per ossigenarsi. E a questo punto che capisco che la preda è di dimensioni ben superiori ai 2 o 3 kg ipotizzati in precedenza, perchè sento un peso enorme gravitare sulla mia canna.
Cerco di pomparlo, ma l’ impresa è veramente ardua visto la leggerezza della mia “cannetta” sicuramente ben più a datta a tirar su spigolette e barracuda che questi “TAV” del mare!!
Lo pompo comunque con tutta la mia forza e il combattimento va avanti per 5 minuti buoni di tira e molla,
Alla fine il pinnuto aggalla facendosi vedere a 50 mt dal natante in tutta la sua bellezza. Spingo ancora di più sull’acceleratore per farlo mio e quando appare vicino alla murata, mio padre si fionda sul lato della barca e lo issa di peso dalle branchie.
Il pesce cade pesantemente nel pozzetto, ed è veramente fantastico con i suoi geroglifici verde smeraldo che ne contraddistinguono la livrea (una volta trapassato il colore si assesterà sul classico blu oceanico) e maestoso data la sua poderosa stazza ( 7 kg il suo peso).
Tutto il combattimento è stato contornato da fantastici salti dei Rossi in caccia, una situazione magnifica!!
Decidiamo di tornare soddisfatti in porto, poichè un altro combattimento con un alletterato di simile stazza con un’ attrezzatura sottodimensionata era improponibile considerando il fatto che i miei avambracci erano ormai induriti come il marmo.
Ci lasciamo dietro le mangianze e i balzi atletici dei Rossi, consapevoli di aver vissuto u esperienza indimenticabile concessaci dal nostro tanto amato e forse ancor di più bistrattato mare.
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