Dicembre 21, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Pesca a spinning al TONNO, report dalla Puglia

Le emozioni che la pesca a spinning riesce a trasmettere sono varie e sempre diverse. Oggi leggiamo il racconto di Alessandro,

che ci scrive dalla Puglia e condivide con noi la sua avventura  di pesca, in cerca di tonni a spinning dalla barca.

Su segnalazione di alcuni pescatori del posto in merito al passaggio di tonni, io e mio padre, immancabile compagno di avventure, decidiamo di tentare la fortuna dopo alcune uscite infruttuose a traina con il vivo.

Sono circa le 18.00 quando usciamo dal porto e ci dirigiamo nella direzione in cui sono solite crearsi mangianze di pelagici,
 
evento causato principalmente dalla presenza costante di “letti di alici”, ovvero cospicui branchi di pesce foraggio, dovuti alle particolari correnti che caratterizza tale spot.

alletterato-spinning

Le condizioni meteo marine sono contrassegnate da un buon vento proveniente da ovest ( dove mi trovo io è un “vento di terra”) che taglia una consistente onda di scirocco, fatto che ci fa ballare non poco.

Caliamo subito due canne da traina con artificiali di superficie (minnow e piccoli kona) e a circa 3 miglia dalla costa scorgo in lontananza dei gabbiani che radendo le creste delle onde si dirigono veloci verso nord. Decidiamo di seguire il loro “consiglio” dato che solitamente questi volatili sono indicatori della presenza dei pesci predatori in caccia sul foraggio, puntando in quella direzione e cercando di individuare sull’acqua dei segnali di mangianza non facili da accertare a causa dello spumeggiare delle onde.
Avvicinandoci al punto si notano distintamente dei tonfi e degli spruzzi d’ acqua, segni inequivocabili di tonni in spiccata attività predatoria.
 
Riesco a vederli distintamente, sono loro, 5 o 6 magnifici esemplari di tonno rosso stimati sui 30/40 kg che con dei balzi di almeno 2 metri aprono l’ acqua sotto di loro e fanno incetta di sardine.
Decidiamo di avvicinarci a loro più per goderci lo spettacolo appassionante che per tentare la loro cattura, dato che con attrezzi da 8/12 lbs è da ritenersi pressochè impossibile.
Seguendo la loro azione di caccia ci accorgiamo che il mare ci presenta dei segnali di attività pelagica a noi più congeniale, infatti si aprono 2-3 cerchi di mangianza di tonni alletterati stimati inizialmente sui 3/4 kg.
 
A causa del comportamento smaliziato di questi pinnuti, che in presenza di un natante a motore che si avvicina, puntualmente vanno in affondamento, decidiamo ugualmente di tentare la loro cattura a traina avvicinandoci alle bollate, ma dopo 3 tentativi andati a vuoto propongo a mio padre di tentare in un modo alternativo.
 
Quest’anno ho sempre portate con me in barca la mia prima canna da spinning,
 
un attrezzi da 2.40 m, con potenza di lancio 30 gr e vari artificiali, proprio aspettando una situazione del genere. Analizzando gli insuccessi passati, pensai che arrivare nei pressi della mangianza senza disturbarla e lanciandoci dentro un artificiale mi avrebbe consentito di risolvere la problematica.
Detto- fatto: armo il mio legno con un “real pop” della Kamagotchi di 14 cm e sfruttando la forza del vento riesco a fare arrivare il mio artificiale nel cuore della mangianza che imperversava a circa 50 mt di distanza dal mio natante. Recupero all’ impazzata il popper per circa 3 mt ed ecco che boom, il pesce è in canna.
Non parte subito in fuga, tant’è che riesco a recuperarlo per un pò credendo che fosse un pesce di max 2 o 3 kg, fino al momento in cui forse accortosi di essere trattenuto da qualcosa parte come un razzo.
In pochi secondi 100mt di trecciato (0.15 mm) sono fuori dal mio shimano stradic 4000, facendomi vedere il fondino di nylon in bobina con ormai poche spire di multifibra attorno.
Blocco quasi tutta la frizione, ma il filo continua a uscire, allora si decide di seguire con la barca la traiettoria tracciata dal filo e metterci sulla perpendicolare del pesce. Questa manovra mi consente di recuperare del filo, ma una volta che il tonno è sotto la barca decide di piantarsi a mezz’ acqua per ossigenarsi. E a questo punto che capisco che la preda è di dimensioni ben superiori ai 2 o 3 kg ipotizzati in precedenza, perchè sento un peso enorme gravitare sulla mia canna.
Cerco di pomparlo, ma l’ impresa è veramente ardua visto la leggerezza della mia “cannetta” sicuramente ben più a datta a tirar su spigolette e barracuda che questi “TAV” del mare!!
Lo pompo comunque con tutta la mia forza e il combattimento va avanti per 5 minuti buoni di tira e molla,
 
facendomi finalmente capire cosa significa provare fatica fisica e mentale nel tirar su un pesce di tale stazza.
Alla fine il pinnuto aggalla facendosi vedere a 50 mt dal natante in tutta la sua bellezza. Spingo ancora di più sull’acceleratore per farlo mio e quando appare vicino alla murata, mio padre si fionda sul lato della barca e lo issa di peso dalle branchie.
Il pesce cade pesantemente nel pozzetto, ed è veramente fantastico con i suoi geroglifici verde smeraldo che ne contraddistinguono la livrea (una volta trapassato il colore si assesterà sul classico blu oceanico) e maestoso data la sua poderosa stazza ( 7 kg il suo peso).

Tutto il combattimento è stato contornato da fantastici salti dei Rossi in caccia, una situazione magnifica!!
Decidiamo di tornare soddisfatti in porto, poichè un altro combattimento con un alletterato di simile stazza con un’ attrezzatura sottodimensionata era improponibile considerando il fatto che i miei avambracci erano ormai induriti come il marmo.
Ci lasciamo dietro le mangianze e i balzi atletici dei Rossi, consapevoli di aver vissuto u esperienza indimenticabile concessaci dal nostro tanto amato e forse ancor di più bistrattato mare.

 
Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!!!