Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.
Questa tecnica è nata in Giappone dal maestro Hosono Neo Masahito, è una pesca molto differente da tutte le altre,
va a sondare gli strati d acqua non in recupero orizzontale ma in verticale, trattenendo e richiamando l’esca con piccoli colpi di canna e recuperi di mulinello. Come artificiali si usano delle piccole esche chiamate più comunemente BOTTONI che riproducono il mangime delle trote (PELLET) di varie grammature, forme e colori.
Andiamo ora a elencare il materiale per un giusto svolgimento della tecnica:
LE CANNE
Le canne in questione sono di una morfologia molto diversa dalle classiche da area trout, hanno un grezzo rigido e un manico senza ne placche porta mulinello, ne materiali per una miglior presa(sughero, neoprene etc), ma hanno una conicità del grezzo elevata nella parte bassa in modo da formarsi un manico con il quale avere un contatto diretto con il blank, cosi che percepiamo ogni singola vibrazione. Possono essere sia Tubolar e Solid-Tip a seconda dell’azione di pesca.
Non avendo per la maggiore placche porta mulinello, si applica del nastro adesivo per fissare il mulinello alla canna, in modo da eliminare ogni sorta di assorbimento delle vibrazioni e addirittura sentire le mangiate nel knob.
IL MULINELLO
Essendo una pesca che va fatta sempre con la lenza in tensione, e quindi con la canna verso l’alto, il peso del mulinello è una cosa che conta molto durante l’azione, un altro fattore importante è la bobina molto larga per una fuoriuscita migliore del trecciato, infatti è più appropriato usare un mulinello di taglia 2000/2500 o apportare customizzazioni (manovella alleggerita, bobine maggiorate, knob in metallo per una trasmissione elevata di vibrazioni).
IL FILO MADRE E IL TERMINALE
Il fattore filo madre, è anch’esso, molto fondamentale per questa tecnica, perché dobbiamo avere un elevato contatto con l’artificiale per ferrare immediatamente a ogni singola vibrazione e lanciare esche di grammature irrisorie, quindi è necessario usare un trecciato di misura ridottissima. Anche il finale è una cosa molto importante, si trovano in commercio finali specifici per questa tecnica che sono di varie lunghezze e diametro, con marker colorati per individuare lo strato d’acqua dove il pesce sta mangiando.
GLI ARTIFICIALI
Iniziamo soprattutto nel dire, che le esche specifiche sono di fattezze diverse dai soliti artificiali che si usano per il Trout Area, perché non producono ne vibrazioni ne movimenti, ma sfruttano il loro corpo, a secondo dello spessore e larghezza della foglia, per una presentazione più naturale possibile. Le grammature dell’artificiale partono dai 0,18gr fino ad arrivare a 2,5/3gr di varie colorazioni, da quelle pellet a quelle fluorescenti da usare in tutte le situazioni che ci troviamo ad affrontare.
È consigliato legare l’esca direttamente sul terminale(senza snap) per evitare movimenti inutili e dare maggior sensibilità dell’artificiale con la canna. Il VERTICAL è una pesca molto innovativa secondo me, ma è anche vero che viene vietata in molte competizioni, proprio perché essendo un approccio differente rispetto alle altre tecniche, a volte è fatta da fermo senza recuperare ne muovere l’esca, quindi diciamo un po’ contro i canoni della pesca in movimento; da non sottovalutare le dimensioni delle esche stesse, che sono ridottissime(<1cm), e più attrattive per un pesce stanziale.
Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.
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