Credetemi che di pescatori e soprattutto di storie di pesca ne ho conosciuti e conosciute, ma questa di Dimitri, è una bella storia da raccontare.
Oggi sulle pagine di PLANETSPIN conosciamo un nuovo amico che ci racconterà la sua “carriera” di pescatore e non solo. Il suo nome è Dimitri, per il mio punto di vista si tratta di un angler anticonformista, soprattutto perchè, a differenza di tanti spinner locali o nazionali, condivide in modo totalmente aperto il suo sapere e i suoi spot di pesca sia sui social, ma anche di persona, e sentite… spesso accompagnando nuovi amici pescatori, sul posto con i propri mezzi…
Un animo nobile, proprio per questo motivo, deduco che abbia deciso di abbandonare la politica, ma ora lascio a lui la parola, leggete cosa ci scrive.
Mi chiamo Dimitri Russo, ho 50 anni e vivo a Castel Volturno, in provincia di Caserta, lì dove sfocia il fiume Volturno.
La foce del Volturno è uno dei posti più pescosi della Campania per l’ampia foce e per tutte le sostanze organiche (ma ahimè anche rifiuti) che porta il fiume al mare.
La mia passione per la pesca sportiva nasce da piccolo, quando pescavo i cavedani con la canna fissa. Poi sono passato ad insediare i cefali con pane e formaggio e infine la spigola col gamberetto vivo. Dalla bolognese sono passato, sempre a caccia di spigole, alla bombarda con artificiali creati da me con le piume di gabbiano. Oggi pesco solo a spinning, soprattutto con artificiali in gomma.
Il Volturno resta ancora pescoso ma la presenza delle dei pesci è diminuita enormemente a causa di pescatori di frodo, che nella assoluta illegalità, mettono reti di ogni tipo. Ci sono reti, dette “cala cala”, che tagliano l’intero letto del fiume, legati a tralicci sulle due sponde! Anche sotto questo aspetto Castel Volturno è “territorio di nessuno”, dove l’assenza dello Stato è talmente evidente che sembra esserci una precisa volontà nel lasciare un paese dalle enormi risorse nel degrado e nella illegalità diffusa.
E lo dico con cognizione di causa, avendo fatto anche il Sindaco di questo maledetto paese!
Oggi non faccio più politica (non ci credo più) e dopo il lavoro mi dedico alla pesca sportiva, essendo anche il presidente di una associazione di pescatori locali, denominata “ASD Volturnamare“.
Ecco invece il report di una delle sue ultime uscite di pesca, un’interessante storia che vi lascerà con un finale a sorpresa davvero inaspettato.
Abito a pochi metri dal fiume Volturno ma un bel po’ distante dalla foce.
È chiaro che poiché alla foce le possibilità di cattura sono molto più alte raramente vado a pescare dietro casa, anzi diciamo mai. Dopo pranzo, come sempre, porto il mio cane, assieme alla mia compagna, a fare un giro lungo la sponda del fiume. “Vivi, porto la canna, voglio fare due lanci, davvero uno e due”.
Non porto con me nemmeno il guadino. In mezzo a delle cannucce sulla sponda destra del Volturno c’è un piccolo accesso, realizzato sicuramente da qualche pescatore da bolognese, già adocchiato la scorsa domenica. Non sembra ci sia troppa corrente e quindi scelgo uno shad con testina piombata da 8 grammi, peso totale 13 grammi.
Lo spot è bello e c’è un blocco di cemento che sporge quel giusto per non avere probemi di incaglio con le cannucce dietro di me. Viviana e Camillo sono seduti accanto a me. Primo lancio giusto per capire se l’artificiale vince la corrente e, soprattutto, se riesce nel tratto finale a percorrere parallelamente la sponda senza incagli.
Se girano le spigole sono sotto la sponda! Secondo lancio ancora più sotto la sponda: bam!
Una bella spigola che nel fiume, per ragioni di corrente, tira molto di più. Come faccio senza guadino? Mando Viviana da un giovane pescatore visto prima con una bolognese per farmi prestare un guadino. Nulla, non c’è l’ha. Intanto la spigola, con la testa già fuori dall’acqua, tenta altri strappi.
Ho un trecciato 0,12 , un fluoro 0,28 e una canna da 2,20 mt con casting da 5-20 gr. Posso tirarla, sebbene sia intorno al chilogrammo, poco più, poco meno, ma rischio di perderla perché l’amo dell’artificiale ha bucato la parte laterale della bocca.
Presa! “La rilasci vero? Non hai più spazio nel frigo, è proprio superflua”, mi dice Viviana. “Vivi, è bella slanciata e senza pancia, non ha uova, un pesce così va tenuto, dai fammi una foto”. “Assolutamente no, te la fai da solo”. “E dai, mi fai sentire male, come se fossi un cacciatore?”. “Perché”, mi fa lei, “gli uccelli hanno più diritto di vivere dei pesci? E poi la pesca è ancora più subdola, perché il pesce è ingannato.
Immagina se dal cielo calassero una bellissima donna e tu nell’afferrarla resti agganciato da un enorme amo doloroso nella pelle, vieni tirato su e ti ritrovi in braccio ad un uomo barbuto che ti sorride soddisfatto con la sua donna finta accanto. Pochi minuti e sei morto”.
Alla fine, un po’ mortificato, ho barattato la mia spigola con il rilascio di una decina di spigolette sotto i 100 gr, ancora vive, che aveva nel secchio un giovane pescatore con la bolognese. Ho salvato capre (spigole) e cavoli!
In conclusione, ringrazio davvero di cuore Dimitri per la sua disponibilità e per aver condiviso con noi di PLANETSPIN la sua passione per la pesca e le sua storia. Lascio a lui un grande ICAB per la buona riuscita del suo progetto con ASD Volturnamare e spero che il prima possibile riusciremo a farci due lanci insieme e magari a conoscerci di persona.
Grazie a tutti per la lettura e un grande saluto a tutti gli amici di PLANESTPIN!
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