Oggi sulle pagine di PLANETSPIN conosceremo un nuovo amico, il suo nome è Yuri e ci scrive dalla provincia di Roma.
La sua storia di pescatore è comune a tanti di noi, che fin da piccoli abbiamo mosso i primi passi in questo appassionante mondo della pesca insieme al papà o un familiare stretto.
Leggendo la sua storia, ci sentiamo in qualche modo coinvolti e ci vengono in mente ricordi ed emozioni che fanno parte di noi, ma a volte, presi dai social e dai problemi del nostro tempo, a volte dimentichiamo. Ma sentiamo cosa ci racconta…
Mi chiamo Yuri Muccifora ho 31 anni, sono nato a Lido di Ostia (Roma).
La mia passione per la pesca la devo a mio padre, ho ancora i primi ricordi quando a 4 anni mi portava con una cannetta con galleggiante senza amo al Canale dei Pescatori qui ad Ostia.
Quando crebbi un pò, intorno ai miei 6 anni, comincio a portarmi alla fiumare del Tevere o come dicevamo noi “da Lilli”, nome di un ristorante proprio sulle sponde, li inizialmente inizia a conoscere le mie prime prede cefali, anguille e spigole prese a bolognese e bigattino, mentre lui praticava il surf casting dalla scogliera.
Lui non ha mai usato attrezzature TOP, a parte una canna mitchell ed un mulinello abu garcia a bobina coperta che usa ancora adesso comprati ad inizio anni 80 o forse anche prima, quindi anche io ho sempre pescato con attrezzature della globe fishing che comunque per la mia inesperienza hanno sempre portato divertimento.
Le mia infanzia di pesca è sempre stata tra le sponde in foce del Tevere, e le estati passate tra sardegna e l’Isola di Ventotene dove ero sempre armato di canna da punta per pesca al colpo e pastura per cefali, ma anche come ogni bambino armato di retino, con uno spirito in più, infatti tornavo sempre con specie anche difficili da insidiare con un retino, come piccole seppie, soiole, polpi e vario pesciame di scoglio. Mi ricordo che li mettevo in un secchio e stavo li ad ammirarli da vicino vedere le loro livree cambiare, per poi liberarli lontani da sguardi indiscreti.
Quando potei iniziare a lanciare, mio padre m’insegno la pesca a fondo ed ebbi la mia prima canna, un palo rigido (che ho ancora come ricordo), che non sbagliava mai uno strike e cominciai ad andare da spiagge e moli di scogliera nella zona vicina di focene, dove a breve imparai anche la tecnica dello “spallettare” alias spinning con bombarda. Da bambino ero inarrestabile passavo le estati una dopo l’altra sotto al sole cocente senza cappello o acqua a fare esperienza con le varie tecniche, ore frantumate in secondi una passione pura.
Ma come tutte le magie arriva quel momento in cui vai in “TILT”, e quello fu il momento del liceo, prime ragazze primi amori e la pesca passò in secondo piano, anche in terzo, con qualche sporadica pescata ai laghetti sportivi con mio padre.
Circa sei anni dopo, verso i miei venti anni, il giorno seguente dopo aver perso il lavoro andai una giornata ad un laghetto sportivo di Maccarese a trote e li rispolverai tutto il mio repertorio, mi ricordo ne presi tante e con tutto che erano trote “pollo” qualcosa in me si risvegliò, e li mi ricordai i racconti di mio padre di quanto è bello andare a fiume e torrente a trote, il silenzio, la natura… E così si accese la lampadina e mi andai a fare la licenza di pesca per acque interne, e guardando vari video decisi per la pesca a spinning.
Così mi armai di licenza comprai una canna come mi era stato insegnato da pochi euro ma un bel Tubertini Ryobi Zauber 4000 come mulinello dato che volevo insidiare lucci al lago di Bracciano, infatti alla mia prima uscita buttai 2 artificiali costosi e per sbaglio agganciai un germano reale.
Dopo un mese coinvolsi un amico ed iniziammo insieme questa avventura, si fece anche lui la licenza e cominciammo a fare esperienza nei laghi a pagamento nell’attesa aprisse la trota a fine febbraio. Il tempo passo facemmo la nostra esperienza da spinner ed entrammo in un forum per la pesca nel Lazio, “Pescatori laziali”, gruppo di pesca con persone di tutte le età e tecniche e li andando ad un raduno conobbi un mebro che praticava il feeder fishing a carpe e fu subito amore, tirare fuori dal fiume o lago un pesce potente come la carpa di vari chili, con canne che piegano fino al manico e fili sottili, furono anni veramente entusiasmanti e divertenti poiché si unì anche Sara, la mia compagna (un sogno pesca ed amore insieme anche se ad orari morbidi). Poi cominciai a fare un lavoro che non mi permetteva più di tanto questa possibilità ed alzarmi presto anche l’unico giorno di riposo divenne impossibile quindi iniziai un altro letargo dalla pesca.
Continuai in pescate sporadiche per per far divertire mio padre e passare un po’ di tempo insieme ma in posti meno impervi, fino a quando circa due anni fa, nella primavera 2018 comparve di nuovo lo spinning. Ormai che vado avanti trovo questa tecnica la più versatile per i miei standard, veloce e pratica ma per nulla facile, ma per chi come me ha poco tempo è la scelta ideale.
Ho cominciato col bass fishing al Lago di Albano con un amico che mi prestava il kayak e sono andato avanti così per un anno,
poi a fine 2019 mi sono preso un mio kayak, e prima del lockdown l’ho battezzato con qualche persico reale. Purtroppo questa pandemia ci ha tenuti segregati a casa per un po’ ed ho tardato con nuove uscite, ma in questi mesi di fermo mi sono preparato con nuovi obiettivi ed uno di questi era il luccio, uno degli animali più meravigliosi che esistono secondo me, un pesce regale a mio avviso, ed è così che con Sara abbiamo pianificato tre viaggi dedicati al 90% a questa specie. Ci è andata meglio di come mi aspettavo, condizioni climatiche non propriamente adatte per questo pesce, eppure ci ha sorpresi, prima tappa vince Sara con un esemplare italico da ben 75 cm, mentre io non ho avuto la sua stessa fortuna ma ho fatto il mio record personale di black bass con un esemplare da 52 cm; seconda tappa dopo 2 giorni di ricerca finalmente prendo il mio primo “ big” se così vogliamo definirlo, esemplare da 90 cm.
Purtroppo la terza tappa ci è stata negata da un’influenza che ci ha bloccato ad entrambi ma era in periodo estivo quindi spero che recupereremo ora che il luccio comincia a risalire dai fondali e battersi le coste, e magari superare il metro.
Da quando ho iniziato ho cominciato a praticare il catch & release, non sono un sostenitore estremista se ed ho voglia un singolo lo trattengo ma solo in mare una spigola o un serra, ma generalmente rilascio dato che il momento della ripartenza dopo una foto è sempre un emozione.
Negli ultimi mesi il mio tempo si è ristretto per vari problemi quindi sto sfruttando le uscite al mare avendolo a 3 minuti a piedi da casa, ed ora che la stagione balneare è finita posso ricominciare ad insidiare spigole dalla spiaggia, sia con mare schiumoso che tentare con una bella spianata di tramontana.
Rimango dell’idea che una passione quando è reale non si abbandona mai, ci può essere un momento in cui ci si allontana per vari motivi come è successo a me, ma ogni volta mi trovo nei pressi di un corso d’acqua osservandolo sento un forte desiderio di scoprire le specie al suo interno, ammirarne le livree.
La pesca per me è rispetto, e dovrebbe insegnare il rispettoper la natura e tutto ciò che ci circonda
ho sempre una busta nello zaino dove spesso raccolgo ciò che lasciano quelle persone che rovinano il nome “ del pescatore”, un vero pescatore non lascia le scatole di arenicola sugli scogli, o gomitoli di nylon imparruccati in giro, questa causa ogni tanto mi ha portato a qualche diverbio di educazione, ma aimè la gente non vuol sentire, quindi mi metto a spazzare la maleducazione e l’ignoranza altrui.
Infine, la pesca per me è spesso amicizia, incroci altri colleghi sulla spiaggia e ti fermi a chiacchierare a raccontarti di tutto come con un amico che non vedi da molto, certo non tutti sono così e lo so ma spesso puoi trovare un nuovo amico che ti accompagnerà per altre nuove avventure.
Un saluto a tutti gli amici di planetspin, e vi consiglio di visitare la pagina youtube di Yuri, che trovate a questo link qui (clicca qui)
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