Questo è uno dei tanti articoli che potete trovare sul profilo social di Gian Domenico Bocchi, brevemente lo descriveremo come uno dei massimi diffusori della conoscenza alieutica in Italia e soprattutto dello spinning.
Riportiamo fedelmente uno dei suoi tanti racconti che, per chi si fermerà un minuto alla lettura e alla comprensione del testo, ci faranno scoprire tante cose in merito alla pesca, alla sua evoluzione e in questo caso anche il pensiero di Gian Domenico sull’associazionismo. Chi sono i cacciatori di fiumi e perchè questo nome? Leggiamo cosa ci scrive…
Quando si parla delle coincidenze …
Il 2021 è il cinquantacinquesimo anniversario della nascita del sistema spinning in Italia. Se ne è parlato tante volte e la storia la conoscono in tanti.
La colpa, ‘sta volta, è tutta di Ale TB . Visto che preferisce firmarsi così, rispetto il suo volere e non dico nemmeno che si chiama Alessandro e che, assieme all’altro lanciatore DOC Roberto Bruno Belsito, oltre una decina di anni fa aveva fatto fuoco e fiamme perché mi decidessi a trasferire sulla sede dello Spinning Club Italia, egregiamente diretto d mister Mario Narducci,le quarantaquattro (mila …) chiacchiere riguardanti lo spinning. Cosa che avevo fatto pur senza iscrivermi, stante la mia più profonda allergia all’iscrizione ad Associazioni, Gruppi, Società, Movimenti ( di panza) e B.V. ( Balle varie).
Tale lieta historia, con tutti i particolari, la si trova al volo digitando su internet “ Spinning Club Italia. Articoli Gian Domenico Bocchi”.
Ripetuto in modo telegrafico, la pesca a lancio, COME SISTEMA A SE STANTE NON ESISTEVA. O, meglio, non esisteva inteso come “sistema” di pesca a mosca, pesca alla passata, pesca a fondo, al tocco e compagnia.. In commercio c’erano tanti artificiali e materiale vario da “lancio” ( che verrà poi chiamato spinning), ma solo per eventuali utilizzi molto saltuari. Pubblicazioni di spinning d’ azione, zero. Articoli sulle riviste di pesca, rari come le mosche con la coda col ciuffo.
Avevo cominciato a pescare nell’autunno del 1948 con tutti i sistemi noti e meno noti
e in questi primi quindici anni quelli che mi avevano dato più sorprese e che erano maggiormente risultati “ avventurosi” nel vero senso della parola e molto più vivi anche dal lato naturalistico- esplorativo con quel che segue erano quelli regalati dalla “pesca a lancio”.
Così, con tale nuovo e magico nuovo modo di andare e di vedere al pesca, ogni volta era una scoperta nuova di una natura che regalava un’avventura dopo l’altra Ma se le cose stavano veramente così, perché non comunicare anche ad altri tali straordinarie possibilità? Perché, visto che il sistema non esisteva, lasciare che si pensasse che le esche artificiali fossero spesso utili solo per l’albero di Natale?.
Ed ecco, allora, l’idea strampalata : far nascere da zero un sistema nuovo per l’Italia e cioè la pesca a lancio per i Cacciatori dei fiumi”
Con il beneplacito della direzione di Alieutica, della qual redazione ero entrato presto a far parte, aveva avuto così inizio una martellante campagna a favore dello spinning con tantissimi articoli in proposito ( e con almeno venti e passa pseudonimi !) addirittura per quattro anni ((’65-‘gennaio ‘69)quando le altre riviste restavano ferme sulla linea di partenza se si parlava di spinning. Dopodiché, commentando un articolo di Albertarelli, ero passato definitivamente a Pescare .
Perché “cacciatore” dei fiumi?
Perché è come il grande cacciatore che è uno che conosce la natura e la fauna che lo circonda, che va a cercarsi la preda nei punti, nei modi e nei tempi più impensati grazie alle sue conoscenze dell’ambiente e del tipo di vita della preda; perché non ricorre a metodi o imbrogli vili tipo pasture e robaccia simile per avere la conquista facile; perché tutti i suoi duelli e le sue sfide sono con l’animale selvatico non rimbecillito dal mangime e non tra uomini che utilizzano tale animale come se fosse il piattello della caccia nel tiro al piattello. Infatti,detto in parole povere, se vi fossero pesci di plastica, gomma o legno ,nelle gare di pesca la solfa sarebbe sempre la stessa.
Il cacciatore dei fiumi, se non altro fin dalle prime norme che avevo stilato una volta deciso di far nascere il “sistema spinning”, doveva essere prima di tutto un individuo assolutamente indipendente, un appassionato della vita nel mondo delle acque e delle continue avventure condotte in solitario. Si diceva allora che un pescatore da solo era un tizio in cerca di avventure , in ridotta compagnia era un normale “piglia pesci”, in notevole gruppo era tutto tranne che un tizio in cerca di scoperte e di avventure.
Non sono chiacchiere, ma documentata realtà. Tutte le notizie più belle, più strane, o di maggior valore anche scientifico o naturalistico, in tanti anni sono sempre arrivate da pescatori che preferivano agire da soli, sfidare la natura senza bisogno di suddividere con altri ogni emozione. In tanti anni, guarda caso, sono stati proprio i più grandi “cacciatori” s spinning, tipo Giancarlo Franceschi , Enrico Sordi , e alcuni altri a mettere i luce gli aspetti più strani della vita delle acque e dintorni.
Vorrei precisare che non ho mai avuto niente da dire contro l’associazionismo, anzi, lo approvo in pieno,
ma non in modo cieco, pronto e assoluto come obbedivano i trinariciuti del Candido di Guareschi…
Pescando nei ricordi, probabilmente era stato proprio per queste che, all’inizio degli anni ’80 , dopo circa quindici anni dalla nascita ufficiale dei “Cacciatori dei Fiumi” ( !!!), che avevo presentato su Alieutica, avevo detto di no quando il buon Roberto Cazzola mi aveva proposto di diventare presidente onorario dello Spinning Club Italia, una sua idea di raggruppare tutte quelle società di spinning che erano nate nei quindici anni precedenti.
E, detto da uno che come il sottoscritto non si è mai iscritto ad alcuna società,non mi dispiace dire che, anche se di anni ne sono passati tanti da quando avevo fatto nascere” ufficialmente” il sistema spinning in Italia , non mi hanno mai sfiorato dubbi sulla validità dei principi essenziali dei cacciatori dei fiumi: pesca , avventura e vita in piena natura. Tutto qui. Più, come contorno … un intero mondo di scoperte.
Sempre a proposito dei grandi dello spinning, mi torna sempre in mente Giancarlo quella volta che girando lungo i fiumi aveva notato la lontanissima presenza di due pescatori perduti là a casa del diavolo.
“Oggi c’è troppa gente…” , aveva detto. E per un vero cacciatore dei fiumi poteva anche essere vero.
Come sempre un grande ringraziamento a Gian Domenico Bocchi per la sua disponibilità, visitate la sua pagina facebook al link qui (clicca qui). Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!
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