Novembre 21, 2024

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Squali in Italia: miti, realtà e consapevolezza

Gli squali, creature affascinanti e spesso temute, popolano gli oceani di tutto il mondo, comprese le acque italiane.

Gli squali, creature affascinanti e spesso temute, popolano gli oceani di tutto il mondo, comprese le acque italiane.

Nonostante la loro presenza relativamente comune, la percezione pubblica degli squali è spesso distorta da miti e stereotipi. In questo articolo, esploreremo la presenza degli squali in Italia, la realtà della loro pericolosità e l’importanza di sviluppare una consapevolezza accurata.

L’Italia, con la sua variegata costa che si affaccia su diversi mari, ospita una ricca diversità di specie di squali.

Tra le specie più comuni troviamo lo squalo martello (Sphyrna spp.), lo squalo bianco (Carcharodon carcharias), lo squalo volpe (Alopias vulpinus) e lo squalo nutrice (Ginglymostoma cirratum). È importante sottolineare che la maggior parte degli squali presenti nelle acque italiane non rappresenta una minaccia significativa per gli esseri umani.

Pericolosità degli squali in Italia
La percezione comune sugli squali è spesso influenzata da narrazioni sensazionalistiche nei media e da film come “Lo squalo” di Steven Spielberg. Tuttavia, è importante notare che gli attacchi di squalo sono eventi estremamente rari in Italia.

Gli squali sono predatori che si nutrono principalmente di pesci e altri organismi marini, e non considerano gli esseri umani come prede.

Negli ultimi decenni, ci sono stati solo pochi casi documentati di incontri tra squali e bagnanti o subacquei in Italia. Questi incidenti sono generalmente attribuiti a situazioni eccezionali o comportamenti umani imprudenti, come l’entrata nelle aree in cui gli squali si alimentano o la pratica della pesca subacquea con esche vive.

Consapevolezza e educazione
Promuovere la consapevolezza e l’educazione sulla presenza degli squali è fondamentale per contrastare i miti e gli stereotipi. Gli esperti raccomandano di seguire alcune linee guida per minimizzare i rischi di incontri con gli squali: evitare di nuotare o praticare attività acquatiche in prossimità di aree in cui si pescano o si rilasciano reti da pesca, evitare di nuotare in acque scure o durante le ore del crepuscolo e rispettare le norme di sicurezza durante l’immersione subacquea.

Inoltre, è importante sottolineare che la protezione degli squali è un aspetto cruciale della conservazione degli ecosistemi marini.

Gli squali svolgono un ruolo chiave nell’equilibrio degli ecosistemi marini, mantenendo le popolazioni di prede sotto controllo e preservando la biodiversità.

In Italia, si possono trovare diverse specie di squali, ma è importante sottolineare che la presenza di alcune di esse è più frequente in determinate regioni o zone del Paese. Ecco alcune delle specie di squali che si possono incontrare nelle acque italiane:

  1. Squalo elefante (Carcharhinus altimus): Questa specie è presente nel Mar Mediterraneo, ma è più comune nel Mar Tirreno e nell’Adriatico. È un tipo di squalo di medie dimensioni, che può raggiungere una lunghezza massima di circa 3 metri.
  2. Squalo grigio (Carcharhinus plumbeus): Questo squalo è anch’esso presente nel Mar Mediterraneo e nelle acque italiane. È un predatore costiero che può raggiungere una lunghezza di circa 2,5 metri.
  3. Squalo bianco (Carcharodon carcharias): Lo squalo bianco, famoso per la sua taglia impressionante e il ruolo di “predatore del mare”, è stato avvistato in rare occasioni nel Mar Mediterraneo, ma è più comune nei mari aperti e in acque più fredde al di fuori delle acque italiane.
  4. Squalo mako (Isurus oxyrinchus): Questa specie di squalo oceanico può essere avvistata nel Mediterraneo, ma è più comune nel Mar Ionio e nelle acque aperte del Tirreno.
  5. Squalo volpe (Alopias vulpinus): Questo squalo oceanico è presente nel Mar Mediterraneo, e la sua presenza è stata riscontrata anche al largo delle coste italiane.
  6. Spinarolo (Squalus acanthias): Questa specie di squalo è comune nel Mediterraneo e può essere avvistata nelle acque italiane. È un squalo di taglia media, che raggiunge una lunghezza massima di circa 1,5 metri.

Queste sono solo alcune delle specie di squali che possono essere presenti nelle acque italiane. La presenza e l’abbondanza di queste specie possono variare in base alla stagione e alla regione, e molti squali sono creature elusive, quindi avvistarli può essere una sfida. È importante sottolineare che la maggior parte degli squali non rappresenta una minaccia per gli esseri umani e svolge un ruolo cruciale nell’ecosistema marino come predatori e regolatori delle popolazioni ittiche.

Come si pesca uno squalo?
La pesca dello squalo è un’attività che affascina e suscita molte emozioni, ma spesso è avvolta da una serie di miti e pregiudizi.

La pesca dello squalo è stata storicamente associata a immagini di avventure pericolose e predatori spietati.

Tuttavia, è fondamentale comprendere che esistono diversi tipi di pesca dello squalo, che variano in base alle specie target, alle tecniche utilizzate e alle finalità dell’attività. La pesca dello squalo può essere commerciale, sportiva o di ricerca scientifica.

Esistono diverse tecniche di pesca dello squalo. Una delle più comuni è il “drifting“. Una volta che lo squalo abbocca all’esca e viene catturato, è fondamentale adottare le misure necessarie per la gestione della cattura. Questo può includere il taglio del filo per liberare lo squalo, evitando di rimuovere l’esca dalla sua bocca, e assicurandosi di evitare ferite o danni all’animale durante il processo.

È importante notare che, a causa delle dimensioni, della forza e del potenziale rischio di lesioni per lo squalo e per i pescatori,

la pesca dello squalo richiede un’esperienza significativa e una conoscenza approfondita delle pratiche di pesca responsabile.

Prima di intraprendere questa attività, è consigliabile acquisire esperienza sotto la guida di esperti e rispettare sempre le normative locali per la conservazione e la sostenibilità delle popolazioni di squali.

La pesca commerciale dello squalo viene spesso criticata a causa della sua natura indiscriminata e non selettiva. In alcuni casi, vengono utilizzate tecniche di pesca aggressive, come la pesca con reti da posta o il finning (taglio delle pinne e successivo abbandono del corpo). Queste pratiche possono avere un impatto significativo sulle popolazioni di squali, portando a una diminuzione delle loro numerose e all’alterazione degli equilibri ecologici.

D’altra parte, la pesca sportiva dello squalo è una pratica che coinvolge pescatori che catturano squali per sfida e divertimento. Sebbene possa sembrare controversa, la pesca sportiva dello squalo può essere gestita in modo responsabile attraverso il rilascio degli esemplari catturati dopo una corretta procedura di taglio del filo e misurazione dell’esemplare. Questo approccio consente di preservare le popolazioni di squali e contribuire alla ricerca scientifica attraverso la raccolta di dati.

Grazie a tutti per la lettura e come sempre un saluto a tutti gli amici di PLANESTPIN!

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