Oggi sulle pagine di PLANETSPIN conosciamo un nuovo amico: Simone, in arte HIRAMAHI.
Tanti di voi già lo conosceranno, è molto facile imbatterci in qualche suo video facendo una semplice ricerca su youtube, inerente alla pesca.
Con questa intervista, realizzata da uno scambio di mail, andiamo insieme a scoprire come è nata la sua passione e qual’è il suo progetto.
-Chi è Simone?
Sono un appassionato di mare, nato a Pisa e attualmente abito in provincia di Messina.
Sono innamorato del mare, della pesca sportiva e della realizzazione delle esche artificiali fatte a mano.
-Quando, come e dove è nata la sua passione per la pesca?
In casa c’è sempre stato l’amore per il mare e per la pesca grazie mio papà, lui ne è appassionato da sempre e in “ambiente marino” mi ha sempre supportato e permesso fin da piccolo di vivere il mare in moltissimi modi, sia praticando apnea, pesca subacquea, immersioni con bombole e ovviamente la pesca sportiva, incentivandomi e supportandomi sempre.
La pesca sportiva in parte è sempre stata presente nella mia vita fin da piccolo grazie a papà, è poi diventata una “malattia” vera e propria nel 2008 circa grazie a mia moglie, cessando definitivamente di portare avanti qualunque altro hobby per dare del tutto spazio alla pesca e successivamente alla costruzione di esche fatte a mano.
-Cosa vuol dire Hiramahi?
HiraMahi è l’insieme di una parte di nome, di due specie di pesci che ammiro moltissimo, Hira=Hiramasa e Mahi=MahiMahi.
A metterli insieme è stata una canna da pesca che nel nome aveva appunto la scritta Hiramasa e che inizialmente utilizzavo in barca per pescare Lampughe di grande taglia, ribattezzai quella canna “HiraMahi rod”, poi questo nome divenne anche il mio nickname con cui firmavo gli articoli sul blog su cui scrivevo prima di aprire il canale YouTube.
Per parecchio tempo questa combo mi ha accompagnato in numerose battute di pesca sia da terra che in barca.
Ecco uno dei suoi video realizzati su youtube
-La tua tecnica preferita?
Per anni sono stato innamorato dello shore jigging, tecnica che mi ha appassionato moltissimo, a cui ho dedicato tanto tempo, facendo non pochi sacrifici, mettendoci amore e passione, tecnica che mi ha regalato moltissime soddisfazioni,
però mi sono reso conto che applicandomi in una sola tecnica non stavo crescendo come pescatore, molte volte pescavo a shore jigging pur consapevole che le condizioni non erano ottimali e con la certezza del cappotto.
Infatti ora, piu che praticare una tecnica in particolare, diciamo che pesco con le esche artificiali in generale, mi porto dietro sia gomme, hard bait, metal jig, spoon, ecc… cercando di pescare al meglio con la mia combo e con le esche che ho con me, utilizzando le esche piu adatte in base alle loro specifiche tecniche, allo spot in cui pesco, alle condizioni meteo marine e alla tipologia di pesce che cerco di insidiare.
-Il tuo predatore preferito?
Probabilmente la Lampuga, è un pesce che adoro, sia per la sua combattività che per i suoi colori, vederla in acqua sotto la scogliera o sotto barca è fantastico, i combattimenti con questo pesce sono sempre molto belli e mettono alla prova il pescatore, specie con le Lampughe di grande taglia.
Anche se a dire il vero apprezzo tantissimo ogni specie di pesce e ogni cattura indipendentemente dalla specie mi regala sempre tanta emozione.
-La tua attrezzatura ideale?
Affidabile e in grado di trasmettermi feeling. Una combo da spinning di base deve trasmettermi queste due cose.
E le combo che mi trasmettono ciò spesso non sono combo d’elite ma canne e mulinelli di fascia media, ho constatato che non sempre l’attrezzatura costosa permette di pescare realmente bene e di andare incontro alle esigenze del pescatore.
Attualmente utilizzo moltissimo due combo, una canna 1/4-3/4 di oncia lunga 6’6″ con un mulinello taglia 4000 che bene o male mi permette di coprire un po tutte le esigenze dei miei spot e permettermi i di pescare divertendomi senza affaticarmi eccessivamente.
L’altra combo è per il light game, una canna da 0.8-12 grammi lunga 7’6″ con un mulinello taglia 2500.
Ho momentaneamente accantonato le pesche piu pesanti a causa di alcuni acciacchi, e “per colpa” di Andrew, mio figlio, mi sono appassionato agli approcci light.
-La pesca in Italia, cosa ne pensi?
La pesca in Italia sta andando un po a rotoli a parer mio.
Noto, almeno nelle mie zone, che la presenza di pesce diminuisce anno dopo anno, scarseggiando sempre di piu.
Inoltre in Italia, cosa che all’estero accade in modo minore, penso si peschi piu per apparire sui social network anzi che pescare per vero amore del mare e di quelle cose che il mare può regalarci durante le battute di pesca.
-La pesca & Youtube: quale aspetto ti attrae maggiormente nella pubblicazione dei video sul tuo canale?
Prima creare il canale YouTube avevo un piccolo blog che si chiamava “Shore jigging Italia” che ho messo offline a causa dei costi economici e di gestione che comportava avere un sito internet.
Questo blog negli anni mi ha permesso di conoscere, scambiare idee, pareri ed esperienze con moltissimi pescatori e costruttori sia Italiani che esteri.
Quel che mi attrae maggiormente dal pubblicare video su YouTube è continuare ad avere questa possibilità, conoscendo continuamente nuove persone, scoprendo punti di vista differenti dai miei e imparando anche dalle loro esperienze così da permettermi di crescere sia come pescatore, sia come costruttore e sia come persona.
Può essere un lavoro?
Attualmente non credo, però mai dire mai.
La mia presenza su YouTube non nasce principalmente con l’esigenza di far diventare quel che faccio in un lavoro, non mi interessano ne i like, ne le visualizzazioni ne le condivisioni.
Sinceramente faccio video per raccontarmi e raccontare le mie esperienze, punti di vista, idee, capacità mettendole anche a disposizione di chi mi segue, con la possibilità come scrivevo prima, di entrare in contatto con persone che hanno le mie stesse passioni.
Parlando di lavoro, il canale sta crescendo pian piano, anche se attualmente non ho grandi numeri, se qualche azienda mi noterà e crederà in me e nelle mie capacità non potrei far altro che apprezzare questa cosa.
-Un consiglio per chi vorrebbe provare a creare un canale?
Io inizialmente ero impaurito riguardo all’aprire un canale YouTube, l’idea di crearlo è nata grazie a Andrew, mio figlio, che fin dal primo video mi ha invogliato e supportato.
Avevo paura sia di di mettermi in gioco essendo un po impacciato davanti alla camera, temendo il giudizio altrui, che di non riuscire a crearmi un mio pubblico a causa che YouTube Italia è saturo di video riguardanti la pesca sportiva.
Posso consigliarvi con tutto il cuore di aprire il canale e di trattare la tematica di cui siete appassionati in un modo tutto vostro.
Io ad esempio non ho sul canale dei video dove si vedono le uscite in pesca, YouTube è saturo di video così, ma tratto la pesca e l’handmade in chiave “tecnica” e trattando argomenti sulla pesca di cui YouTube Italia è scarno, ciò mi comporta un minor pubblico e piu di nicchia, poi che i video sono piu apprezzabili da chi è realmente appassionato a certe tematiche, dato che certi temi possono risultare pesanti e/o noiosi per chi non è una “malato” della pesca.
Però, con un po di costanza, pubblicando video frequentemente troverete il vostro pubblico e avrete non poche soddisfazioni.
-Pesca & social: pro e contro
Eh, i social network dovrebbero servire per mettere in contatto le persone e forniscono gli strumenti necessari a fin che le persone scambino le proprie idee, esperienze, punti di vista e magari aiutarsi reciprocamente.
Ciò purtroppo non avviene, o per meglio dire avviene sempre piu raramente.
Sui vari social network vedo che non viene persa occasione di litigare, scatenare inutili flame, offendere e scrivere in toni arroganti peccando di umiltà e gentilezza e ciò mi dispiace veramente tanto.
La pesca dovrebbe essere una passione ed un ambiente sano, ma così si da un’immagine della pesca sportiva poco sano e sportivo, specialmente nei confronti dei giovani pescatori o di chi si avvicina a questo ambiente e cerca nei social network nuovi amici, compagni di pesca o aiuto, informazioni e risposte alle proprie domande.
Preciso che il problema non sono i social network, ma alcune persone e il loro modo di farne uso.
Fortunatamente, tramite i vari social network, negli anni ho conosciuto tante brave persone, che sono diventati veri e propri amici nonostante la lontananza e con cui sono in contatto quotidianamente.
Ringrazio PlanetSpin per avermi dedicato questo spazio e ringrazio anticipatamente chiunque spenderà il proprio tempo per leggere questa intervista.
Buon mare a tutti.
In conclusione, aggiungo solo una piccola considerazione. Mi ha colpito molto la sua spontaneità e la sua voglia “vera” di condividere le sue esperienze.
E’ grazie a ragazzi come Simone, che tanti di noi imparano i piccoli trucchetti per crescere e migliorare in questa tecnica di pesca in continua evoluzione e ancora tutta da scoprire.
Nella speranza di leggerlo nuovamente su queste pagine, saluto Simone per la sua immensa disponibilità, pazienza e… buon mare anche a TE!!!
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