La pesca a spinning è un’avventura che non finirà mai di sorprenderci.
Proprio quando crediamo di aver imparato qualcosa, quando iniziamo a vedere la figura che viene fuori dal puzzle, ecco che nuove idee, nuove teorie, nuove convinzioni rimettono tutto in discussione e ci fanno ricominciare da capo.
Lo sa bene il nostro nuovo amico Matteo L., la sua passione per la pesca lo porta a sondare nuovi fondali, scoprire nuove frontiere, spaziando dalla pesca da riva a quella da kayak, dall’acqua dolce alla salata… ma scopriamo qualcosa di più sul suo percorso di crescita in questo mondo della pesca sportiva e sui suoi progetti futuri…
Come è nata la tua passione per la pesca?
Sin dalla tenera età ho sempre avuto uno stile di vita molto attivo e sportivo.
Ricordo ancora come se fosse ieri il mio primo giorno di pesca. Tutto ebbe inizio in caldo pomeriggio estivo del 1997 quando avevo appena 5 anni. Ultimamente iniziai a notare spesso e più coscientemente che mio nonno, insieme a mio padre, uscivano di casa prima del tramonto per poi fare ritorno la mattina seguente.
Dopo l’ennesima scena vissuta, io chiesi gentilmente. “Papà, nonno, dove andate? posso venire pure io?” Ovviamente papà mi rispondeva sempre di no perché loro andavano a pesca ed era pericoloso per un bimbo piccolo come me. Quell’anno, un giorno, mio nonno venne a trovarci e con la gioia di un bimbo più piccolo di me mi disse: “Matteo? Vieni a nonno, guarda che ti ho portato!”. E fu li che tirò fuori dal suo portacanna una canna da pesca verde in fibra di vetro misto a plastica. Me la regalò. Vi lascio immaginare da soli la gioia e la contentezza che provai quel giorno e la soddisfazione di nonno e papa nel vedermi catturare le mie prime tracine nel litorale romano. Quel pomeriggio per me è stato magico.
Con il crescere iniziai a praticare diverse tecniche, surfcasting, pesca alla trota lago, bolognese, ledgering. Mio nonno era il mio migliore amico, spendeva ore e ore a spiegarmi nodi, montature, approcci e i racconti magici delle sue esperienze e catture.
Il tempo scorre. A 14 anni iniziai a lanciare le mie prime esche artificiali in qualche cava naturale dietro casa e a catturare i miei primi Black Bass.
Lo Spinning era una tecnica che giorno dopo giorno mi affascinava sempre più.
Qualche anno dopo, a 16 anni circa, inizia solamente a pescare a Spinning con sole esche artificiali. Iniziai a praticare il Bassfishing molto da principiante sino a poi esercitarlo in maniera costante e sempre più professionale. La fame di conoscere e migliorare era tanta. Appena patentato, ho iniziato a spostarmi in piena autonomia e sono tornato da dove ero venuto, praticando la pesca a Spinning in Mare.
Le catture non tardarono ad arrivare. Mi sono molto divertito con Spigole, Serra, Lecce Amia e Black Bass.
Nel 2017 acquistai il mio primo kayak. Presi uno dei miglior kayak al mondo progettato esclusivamente per la pesca, un Hobie Pro Angler. Con l’uso del kayak iniziai a vedere e rivalutare l’elemento liquido sotto un altro aspetto, completamente differente di quando pescavo dal piede. L’approccio sugli spot o sulle mangianze è totalmente differente rispetto a quello di un imbarcazione.
Dal kayak mi tolsi molte soddisfazioni, lo devo ammettere.
Adesso con il kayak pratico molto lo spinning in foce, nei laghi e nei fiumi e nel mare sulle mangianze, senza rinunciare ovviamente a qualche calata a Slow Pitch Jigging. Nel 2017, grazie al mio lavoro, ho avuto la possibilità di pescare all’estero nelle sperdute isole dei Caraibi dove mi sono molto divertito, sfiorando per questione di attimi la cattura della vita.
A Settembre 2018, sono felicemente entrato a far parte della famiglia T3Distribution diventando cosi un T3 Specialist, specializzato nella categoria Saltwater. Essere entrato a far parte di questa famiglia mi ha stimolato ulteriormente a migliorarmi e a spingermi sempre oltre i miei limiti.
“Caro nonno, so che mi puoi vedere da lassù e so che sarai sicuramente orgoglioso di quanto quel piccolo pescatore sia cresciuto”
Quali sono i tuoi predatori preferiti?
Come detto precedentemente i pesci da me preferiti sono tutti quei predatori del sottocosta e non.
Amo lo spinning e tutte quelle pesche dove serve l’impiego dell’esca artificiale.
Ultimamente sto studiando e praticando anche la pesca in verticale con l’uso dello Slow Pitch Jigging. Prede come Serra, Barracuda, Spigole, Leccie Amia, Lampughe, Tonnetti, Palamite, Dentici e Ricciole sono il mio target principale mare permettendo.
Caso contrario, se non riesco ad entrare in acqua salata, mi butto ad occhi chiusi sul “verdone” più famoso nel mondo dello spinning, il Black Bass. Riuscire ad ingannare questi pesci mi piace proprio. Sono tutti pesci molto astuti e competitivi. Ogni giorno è uno scenario e una challenge diversa da affrontare.
Ci sono pescatori di riferimento nel tuo percorso di crescita?
Diciamo che pescatori che hanno segnato la mia crescita. Quando ero bambino alle prime armi con lo spinning,
mi massacravo con ore e ore di studi sui video che Luca Quintavalla e Antonio Ghiringhelli (Tony’s Power)
facevano senza dimenticarmi ovviamente del buon vecchio Stefano Passarelli e i suoi documentari..
Anche adesso me li vedo con interesse. Fortuna vuole pero che con il lavoro che faccio ho allargato i miei orizzonti culturali ed ho imparato molto bene la lingua inglese, la quale mi permette di vedere e seguire i video e i documentari dei più grandi pescatori mondiali, come ad esempio Mike Iaconelli o Kevin Van Dam.
Detto ciò, un pescatore che ha fatto crescere sotto il punto di vista “ETICO” della pesca è stato “Cavy”, il suo nome completo non lo so, non lo ha mai detto o scritto. È un pescatore Australiano che settimanalmente pubblica video e vlog di pesca nei suoi vari viaggi.
Ciò che più mi affascina non sono gli enormi GT da 30Kg e oltre che prende da terra, ma la sua “ETICA” e il suo vivere cosi a stretto contatto con la natura durante i suoi brevi viaggi. Integrarsi al 200% con l’ambiente che ci circonda, ci permette una visione a 360° della pesca e di aumentarne i successi ed impariamo anche a RISPETTARE la natura. Cavy non è un pescatore, è uno stile di vita credo.
Ci parli dei tuoi progetti per il futuro?
Progetti per il futuro? Certo! Sono la mia motivazione di crescita che mi permette di diventare sempre e costantemente una persona migliore e un pescatore migliore.
Diciamo in linee generali, vorrei avere uno shop tutto mio, magari anche lo shop più grande d’Italia perché no! Secondo, viaggiare e avere la possibilità di fronteggiare i predatori più forti di tutto il mondo con preferenze per i GT.
Questi sono “sogni”? in parte, ma attenzione… Sto fortemente lavorando per realizzarli! ENTRAMBI!
Un progetto più fresco in fase di realizzazione è il mio canale YouTube “Matteo Lumetta” e la mia pagina Instagram “lumetta_fishing”, dove pubblico quotidianamente esperienze, tutorial, recensioni, catture e i vari vlog. È un piccolo progetto che oggi mi sta molto a cuore e che se lo ritenete utile o di intrattenimento ti invito a seguirmi.
Un consiglio ai nuovi pescatori e anche uno ai veterani
Il consiglio che mi sento di dare ai veterani ed ai neofiti è lo stesso.
“NON SMETTETE MAI DI CREDERE IN SE STESSI E NEI PROPRI SOGNI”.
Verrete criticati, presi in giro o magari snobbati da molti, ma ricordatevi che COSTANZA e PERSEVERANZA sono la chiave per il SUCCESSO e la realizzazione dei vostri SOGNI. NON smettete mai di rincorrerli.
Ringraziamo Matteo per la sua disponibilità, non dimenticatevi di iscrivervi al suo canale youtube qui (clicca qui)
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