Dicembre 22, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Moreno Bartoli, spinning & autocostruzione

Oggi proseguiamo il lungo viaggio alla scoperta dei personaggi della pesca in Italia e nel Mondo e andiamo a conoscere il “professore”,

come in molti lo chiamano soprattutto nella sua zona, si tratta di Moreno Bartoli. Chi è? Io credo si possa considerare un vero cultore della pesca a spinning nella sua essenza più vera, semplice, forse geniale, che ha fatto della voglia di sperimentare, creare, modificare, anche uno stile di vita.

Leggendo alcuni dei suoi commenti su internet, libri e nei piccoli scambi di messaggi mail che ho avuto con Moreno, lo potrei definire sicuramente un ottimo scrittore (leggi anche qui) per il suo modo di coinvolgere ed appassionare il lettore anche non-pescatore. In breve, un personaggio che ha contribuito in qualche modo alla crescita ed alla diffusione della pesca a spinning in Italia, per questo, conosciamolo meglio con una piccola intervista. Grazie Moreno!

Potresti illustrarci brevemente la tua storia?
Sono nato a Lucca il 7 ottobre 1949. Famiglia operaia, mia madre Teresa casalinga. I miei primi 13 anni li ho trascorsi come figlio unico, poi è arrivato mio fratello Marco. Mio padre Giuliano mi portava spesso a pescare lungo le piane del Serchio. Allora si pescava “alla passata” con la “bolognese” e i “bachini di sego”, così si chiamavano, in Lucchesia, i bigattini.
Mio padre mi ha insegnato a riconoscere i pesci, a scoprire i “posti buoni” del fiume. Mi ha insegnato a rispettare la natura, le acque e i suoi abitanti. Da lui ho imparato a legare gli ami ma anche a rilasciare i pesci catturati. Ho imparato a “leggere l’acqua” ma anche a non buttare i rifiuti lungo la riva. Con lui sono andato a pescare in mare le occhiate a Calafuria vicino a Livorno e mi ha fatto capire la bellezza assoluta di albe e tramonti.

Poi, dopo avermi insegnato tutto quello che sapeva sulla pesca e sulla natura mi ha lasciato da solo, se ne è andato per sempre.Ho continuato a pescare. Ho iniziato a fare agonismo e a vincere qualche gara ma ben presto ho abbandonato le competizioni perché sentivo di non appartenere a quel mondo. Ho imparato a pescare a mosca e a costruirmi le esche.
Mi sono laureato in Scienze Naturali. Ho scelto l’insegnamento come lavoro.
Non mi sono mai sentito insegnante bensì educatore. Insegnavo Matematica e Scienze Naturali.
 
Con i miei alunni ho fatto corsi di pesca, di scacchi, di bricolage, di modellismo privilegiando sempre l’aspetto ludico nell’apprendimento.
 
Sono sposato con Patrizia e ho un figlio, Michele.A volte pesco con Patrizia e lei cattura sempre più di me. Non ho ancora capito come funziona la cosa … con Michele invece un fallimento, non ha mai preso una canna in mano. Ho abbandonato la mosca per una brutta epicondilite al gomito e … ho incontrato lo Spinning. Nuovi orizzonti si sono aperti, inaspettatamente.

 

Qual è stato il percorso che ti ha portato ad essere quello che sei?
Ho sempre avuto in testa un’idea fissa: arrivare a costruire gli artificiali per la pesca a Spinning evitando l’acquisto di quelli in commercio. Così nacque la mia idea adottata ormai da quasi tutti gli spinner autocostruttori:

 
“Esche specifiche per pesci specifici in acque specifiche”
Inizialmente erano esche ad uso personale. Ho sempre pescato un specie di pesce alla volta. Iniziai con la trota dei torrenti Appenninici e mi dedicai alla costruzione di rotanti e ondulanti. Passai alla pesca dei cavedani del piano e fu la volta di minnows vari ed esche con paletta. Quindi mi dedicai a  boccaloni e lucci, con spinnerbaits, WTD, esche siliconiche. Poi la spigola di foce con gli snodati, per finire in mare aperto con serra e lecce, insidiati con poppers e skipping lures. Per ogni specie di pesce progettavo esche specifiche, originali e gli amici, viste le catture effettuate, non tardarono a farsi avanti con la classica domanda. “Me ne fai uno anche a me?”
 
E uno dopo l’altro mi son ritrovato a gestire una piccola ditta artigianale di esche per lo spinning. Identica storia per le canne da pesca. Nel frattempo ho scritto due libri sull’Autocostruzione: il primo nel 2004 e il secondo nel 2011 e nel periodo che va dal 2001 al 2008 ho curato mensilmente, sulla rivista Pescare, una rubrica intitolata “Fai da Te” dedicata esclusivamente all’Autocostruzione di artificiali da spinning. Dal 2005 al 2010, sul forum di Seaspin ho organizzato il “Seaspin Lure Building Contest”, primo concorso, in assoluto in Italia, ma forse nel mondo, a giudicare gli artificiali concorrenti attraverso la prova in acque libere e naturali, non in vasca

E la tua passione per l’autocostruzione?
A otto anni avevo già una canna in mano e avevo già fatto il primo bagno in fiume scivolando maldestramente a fine piana su di un grosso ciottolo melmoso. A dieci anni ebbi in regalo il “Meccano” e poco dopo incontrai il LEGO. Mio padre mi regalò un libro, anzi, il libro dei libri che conservo ancora oggi come una reliquia, il “Manuale dell’aeromodellista moderno” di Bruno Ghibaudi e da lì in poi ho respirato l’odore del legno di balsa.
Quando lessi di un pescatore finnico di nome Lauri Rapala, rimasi folgorato e decisi che se Lauri poteva costruirsi i suoi artificiali, anch’io potevo farlo e da quel momento iniziai a comprare i cosiddetti “rapalini” sempre in doppia copia, uno per pescare e uno per aprirlo col seghetto e vedere come era costruito dentro, per poi riprodurlo.

Quali sono i personaggi chiave, nella storia della pesca a spinning in Italia?
Non credo di sbagliare se dico che tra i personaggi “chiave” della pesca a Spinning in Italia ci sono, a mio parere, Giandomenico Bocchi e  Mario Albertarelli (pesca in generale).L’uno mi ha insegnato, con i suoi libri e articoli, le tecniche dello spinning quando ancora in Italia si parlava di pesca “a lancio”, l’altro mi ha fatto capire quanto sia importante il rispetto della natura e come ci dobbiamo comportare lungo le rive di un fiume.

Se potessi scegliere una tecnica di pesca, quale sarebbe?
Ma l’ho già scelta parecchi anni fa: lo Spinning, intendendo per spinning quell’attività che si svolge sia da riva che da natante con una canna, un mulinello, un’esca artificiale che si lancia e si recupera. Se l’esca artificiale fosse autocostruita saremmo in una condizione ottimale. Inoltre, per me, spinning significa anche rilasciare tutte le prede catturate, magari dopo una bella foto ricordo.

Quali possono essere, secondo te, esempi di esche artificiali che gli angler italiani hanno accantonato, ritenendole un pò datate, ma che al cospetto di ciò continuano comunque ad essere valide e catturanti?
Gli angler italiani, ma non solo, seguono le mode del momento, seguono le pubblicità sulle riviste di pesca e nei programmi televisivi dedicati. Gli artificiali sono diventati oggetti di moda e come tali passano … “di moda”, velocemente.

 
Tempo un anno e l’artificiale è già vecchio, datato, da sostituire subito con l’ultimo arrivato in negozio.
 
No, mi dispiace,questo non è più spinning, è consumismo, commercio puro. Gli artificiali acquistano sempre più valore di soprammobili.
Non esistono esche datate. Tutte possono essere valide, attuali, anche quelle del secolo passato.  Sta al pescatore capire quale sia l’esca adatta e ancora una volta ritorna il mio motto:  “Esche specifiche per pesci specifici in acque specifiche”

Cosa ne pensi delle condizioni delle nostre acque, fiumi e mari? Negli ultimi anni, che cambiamenti ha riscontrato?
Bisognerebbe non avere nessuno dei nostri 5 sensi per poter rispondere in modo positivo a questa domanda.
I miei occhi vedono continuamente tutta la violenza e la prepotenza che l’uomo fa all’acqua.
Il mio naso sente  sempre più spesso gli odori nauseanti  che ammorbano l’aria lungo le rive di fiumi e mari e laghi.
Le mie mani toccano con riluttanza le acque contaminate da oli e petroli.
Il mio gusto sempre più raramente percepisce i buoni sapori di una volta davanti a un piatto di pesce. Il mio udito ascolta sempre più di rado il frusciare delle foglie e il rumore di onde e  correnti.
E le condizioni delle nostre acque continuano a peggiorare.

Esistono relazioni cromatiche tra un artificiale catturante e l’habitat che stiamo battendo? sono legate solo al foraggio presente o ci sono altri fattori?
Non credo proprio. Si tratta piuttosto di movimento, irritazione, difesa del territorio. Apparenze e inganni. Simulazione. Sorpresa.

La pesca a spinning in che modo sta crescendo(che tipo di evoluzione avrà)???
Sta crescendo il numero di appassionati, si stanno sviluppando nuovi materiali e la pesca a Spinning sta evolvendo verso un grosso affare economico globale. La filosofia degli albori di questa tecnica che trovava la sua migliore sintesi nella frase “ One man, one rod, one lure” si è ormai perduta.

Ha mai proceduto alla registrazione dei dati delle condimeteo di più catture? se si ha notato una prevalenza su qualche dato che si ripeteva nelle molteplici catture?
Ogni buon pescatore segna sempre le condizioni in cui si trova a pescare e cerca di fare previsioni. Emergono così dei dati particolari in cui sembra che le catture siano più frequenti. Per esempio, prima dell’arrivo di una perturbazione i pesci sembrano più attivi. Così come nell’intervallo tra l’alta marea e la bassa. E pure all’alba e al tramonto e perfino di notte. Provate anche a pescare alla fine di una perturbazione, alla foce di qualsiasi corso d’acqua , con acque torbide e alte e poi  mi saprete dire se sarà o no un momento magico. Ma alla fine c’è una sola regola, nello Spinning, che non mi ha mai tradito: “Non avere regole”.

 

Quanto conta avere un etica forte e piena di sani principi sul rispetto della natura, l’ambiente, e delle prede che catturiamo?
Direi, su una scala da 1 a 100, 100. Non posso concepire un pescatore a spinning che non rispetti la natura, l’ambiente tutto e che non pratichi il rilascio della preda salvo rari casi in cui decida di cibarsene.

Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN.
Moreno Bartoli

Benissimo, nel ringraziare il carissimo Moreno per la sua grande disponibilità, vi invito a visitare il suo sito internet, dove, oltre a scoprire altre interessanti informazioni, potrete guardare anche le sue utlime creazioni in merito alle esche artificiali (per cui ha realizzato anche dei manuali) e una serie di canne utili sia per la pesca in mare che in acque interne.

Altre info le trovi qui (clicca qui)