Anticamente Locanus, il Chiaro nasce tra le montagne Aciari di lì Novari ed il Vardaro, nel comune di Mammola.
Grande affluente del fiume Torbido, deve il suo nome alla limpidezza delle sue acque, che creano un habitat naturale e favorevole alla vita di numerose trote ed anguille.
Come arrivarci: Il Fiume Chiaro è nelle vicinanze del comune di Mammola (RC) che si raggiunge nelle seguenti modalità:
– Autostrada A3 SA-RC svincolo Rosarno, Strada Grande Comunicazione Jonio- Tirreno(Rosario-Gioiosa) uscita Mammola;
– dalla SS Jonica 106-E90, S.G.C. Jonio-Tirreno uscita Mammola;
– dalla SP5 ex SS. 281 Marina di Gioiosa J-Rosarno.
Descrizione del luogo: Partendo da Mammola, centro premontano con sede della Comunità Montana ‘Limina’, ci s’incammina verso nord, per imboccare il letto del fiume Chiaro all’altezza del ponte del Vecchio.
L’itinerario si sviluppa sul sentiero che risalendo controcorrente costeggia il fiume seguendo il suo corso tortuoso a volte stretto a volte più largo. Dopo un tratto pianeggiante, esso segue un andamento più impegnativo con brevi e ripide salite, attraverso le quali si superano gli sbarramenti trasversali (n° 5 briglie), costruite nel recente passato per addolcire la velocità delle acque del Chiaro, soprattutto nel periodo invernale.
Proseguendo, ancora oggi s’intravedono, nella fitta vegetazione, piccole casette che i contadini avevano costruito insieme a quelle opere idrogeologiche in pietra di fiume, necessarie all’agricoltura e che l’abbandono e l’incuria stanno disfacendo.
Il Chiaro, formato da numerosi ruscelletti che scendono da profondi valloni, ha rappresentato un valido sostegno all’attività dell’uomo.
L’acqua del fiume, che d’estate tuttora serve per l’irrigazione agricola, era usata anche come fonte d’energia per alimentare i mulini disseminati lungo il suo corso, in prossimità del paese, dove ancora esistono significative testimonianze Mulino della Melia, di Rosa e quello del Vecchio, l’unico in provincia di Reggio Calabria ancora in attività..
Ma il fiume era anche importante, per le popolazioni della zona, poichè da esso prelevavano la pietra granitica, che valenti maestri artigiani (scalpellini) trasformavano pazientemente, sia in strumenti di lavoro (ruote di mulino e di frantoi) sia in opere edilizie ed architettoniche (portali, balconi, gradini, mensole) sia di grande pregio ornamentale e strutturale.
Pesci presenti: Trote e anguille
Permessi necessari: Licenza di pesca tipo B
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