Dicembre 30, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

ITINERARIO PESCA MARCHE – Le trote del fiume Esino (AN)

L’Esino (Aesis in latino) è un fiume che scorre nella regione Marche; è il secondo più importante corso d’acqua (dopo il Metauro), per ampiezza di bacino idrografico e portata media annuale, della regione.

Il nome, analogamente a quanto accaduto nelle vallate adiacenti, potrebbe derivare dalla città romana che lambiva Aesis (Jesi), o secondo altre ipotesi essere una latinizzazione della divinità celtica Eso ed essere la città romana a derivare il proprio nome dal fiume.

Con ogni probabilità infatti Jesi fu fondata dai Galli Senoni già presenti nel nord delle Marche e che stabilirono lungo il fiume il loro confine meridionale con le popolazioni Picene. A quei tempi l’Esino era navigabile ed Eso era la divinità celtica del commercio fluviale raffigurato con un’ascia in mano ed un aspetto taurino.

Come arrivarci : Dalla costa adriatica occorre uscire al casello dell’A 14 di Ancona nord e imboccare la superstrada per Jesi – Roma. Superata la città di Jesi si trova l’uscita di Moie in prossimità della quale cominciano le acque da salmonidi.

Altra zona interessante – proseguendo sulla superstrada in direzione Roma – è quella allo svincolo per Maiolati Spontini. Ultimo accesso al fiume è quello dell’uscita di Serra San Quirico (attenzione però perché a monte comincia un tratto no-kill). In tutte le zone l’Esino è molto ampio, di accesso abbastanza agevole e con una notevole portata d’acqua nel periodo d’apertura.

Descrizione del luogo : Tra i fiumi disastrati dal terremoto del 1997 e quelli sofferenti per colpa degli inquinamenti, le possibilità di pesca nella regione Marche si sono abbastanza ristrette. A meno che non ci interessino solo le fario pronta pesca che saranno comunque presenti in tutti i corsi d’acqua. Ma se si vuole un fiume con la “F” maiuscola, ampio, ricco d’acqua e ben popolato di trote compreso qualche bell’esemplare di buona taglia non rimane che affidarsi all’Esino. Questo corso dall’andatura pianeggiante che percorre circa 80 chilometri dal monte Cafaggi (1116 metri in provincia di Macerata) fino al mare Adriatico, è ancora una meta di tutto rispetto. Se poi si aggiunge che negli ultimi anni il Potenza, l’altro grande fiume marchigiano, ha subito danni ambientali di non poco conto, l’Esino rimane l’unica meta per chi cerca le trote in fiume.

Per i torrenti si può ancora andare dove si vuole, ma chi ama i letti ampi, l’acqua abbondante e le buche profonde, difficilmente trova in questa porzione d’Italia un altro corso d’acqua di questo genere. L’Esino poi è particolarmente vocato ad ospitare le trote, tanto che se ne catturano, ovviamente con maggiore o minore frequenza a seconda delle zone e delle stagioni, lungo tutto il corso dalle sorgenti fino al mare. I chilometri più interessanti per chi cerca le trote (non solo quelle di lancio, ma qualche bell’esemplare ruspante che ogni tanto raggiunge e supera i due chili) sono quelli classificati da salmonidi in provincia di Ancona: da Moie (a valle) fino a Serra San Quirico (a monte). La densità di fario non è altissima (il fiume è molto più ricco di enormi cavedani e barbi), ma un pescatore accorto che abbia voglia di intrufolarsi anche nei passaggi difficili e di camminare a lungo non solo riesce a fare la quota consentita , ma può trovarsi ad avere a che fare con pesci di dimensioni non usuali per un fiume appenninico. Gli altri, quelli che non hanno voglia di darsi troppo da fare, tengano presente che un buon vantaggio dell’Esino è l’agibilità: si arriva con l’auto in prossimità del fiume in corrispondenza di tutte le uscite della superstrada Ancona – Roma.

La conformazione del fiume, come abbiamo già detto, è varia e quindi bisogna essere rapidi ad adattarsi a tutte le situazioni. Si va dalle forti correnti che lambiscono le massicciate, alle profonde lame con fondo misto di ciottoli e sabbia, a qualche salto d’acqua, a correntine che scavano la sponda alta o girano attorno a radici sommerse. In un ambiente così vario l’attrezzatura e le esche contano, ma ancor di più contano la sorpresa e il senso dell’acqua, cioè la capacità di leggere il fiume e di capire come e dove una trota può essere in agguato pronta a ghermire l’esca.
La prima regola è quella di camminare a lungo lasciandosi alle spalle i “colleghi” che si fermano in prossimità dei facili accessi; la seconda è quella di pensare come un pesce:
dove mi nasconderei? dove troverei più facilmente qualcosa da mangiare?
Solo se si è in grado di rispondere a queste domande si può incontrare la fario di taglia cresciuta nel fiume. Solo se si impara come vivono i pesci, l’attrezzatura conta e fa davvero la differenza.
E in questo l’Esino, proprio perché ampio, vario, ricco d’acqua, è una grande palestra nella quale cimentarsi con ogni esca e ogni tecnica e nella quale, soprattutto, imparare a leggere il fiume.
E solo leggendo queste pagine d’acqua si possono scoprire i segreti delle trote locali.

Pesci presenti : Cavedani e Trota Fario. Per chi non pesca a spinning sono presenti i barbi. E’ consigliato usare piccoli rotanti dal n°0 al n°3 massimo e piccoli minnow sino ad un massimo di 5-7 cm.

Permessi : Nelle acque di categoria A (salmonidi) della provincia di Ancona per pescare è sufficiente la licenza tipo B.