Amici di PLANETSPIN, oggi andiamo ad affrontare un tema comune a molti appassionati che già utilizzano o che, magari, stanno per approcciare all’uso del kayak per la pesca.
In questo articolo, realizzato in collaborazione con Marco L. (SEIKA YAK TEAM) e Federico B. (BOLSENA YACHTING), oltre a conoscere la “storia di pescatore” di Marco e del suo passaggio all’uso di questo natante, cerchiamo di allargare il discorso per capire, in questo periodo storico, se il kayak fishing, rappresenta l’evoluzione del pescatore moderno o la pesca è un semplice “plus” per chi si trova a usare questo mezzo nautico.
Partiamo con Marco e poi nella parte finale del testo, come fosse la “ciliegina sulla torta”, sentiamo anche l’opinione di Federico, un – addetto ai lavori – sul tema sopra citato.
Ecco cosa ci scrive Marco:
Come la maggior parte dei pescatori devo ringraziare mio padre poiché è stato lui a farmi conoscere questo sport. Pesco dall’età di 4/5 anni ed è stato da subito “amore al primo lancio”.
Ricordo la frenesia e l’emozioni del sabato nell’apprendere che saremo andati a pesca il giorno dopo,
non stavo nella pelle, entravo in un altro mondo, il negozio di pesca, i preparativi, l’euforia, il tempo che non passava mai, sensazioni che rimarranno per sempre impresse nei miei ricordi.
Pescavamo prevalentemente a bolognese variando specie e spot, dall’acqua dolce, alla salmastra fino al mare.
Ho proseguito per diversi anni iniziando a fare gare in laghetti privati per poi interrompere drasticamente per motivi di studio e lavoro.
Ho riscoperto la pesca per necessità, per l’irresistibile voglia di tranquillità e serenità che questo sport mi aveva regalato in anni ormai passati. Essendo cresciuto e con più possibilità, mi sono solo ed esclusivamente dedicato al mare, il connubio che reputo perfetto per vivere a pieno questo passione.
Mi sono dedicato alla bolognese, ma con il passare del tempo, mi sono spostato sul Beach Ledgering e ad altre varianti, dedicate solo ed esclusivamente alla ricerca dell’orata, specie affascinante, molto sospettosa e difficile, possente ma allo stesso tempo estremamente delicata ed allo spinning alla ricerca della regina, la spigola, diventata per me un’ossessione.
La pesca in mare da riva mi ha dato molto ma desideravo qualcosa in più, desideravo provare a vivere il mare in modo diverso, in modo nuovo.
Nel 2014 mi sono imbattuto in alcuni video che riguardavano la pesca in kayak, soprattutto realizzati in America, mi sono dedicato alla visione di quelli dedicati mare e dopo tante valutazioni durate diversi mesi ho deciso di acquistarlo sfidando la sorte poiché privo di informazioni e di conoscenze locali che potessero darmi indicazioni precise su modelli e dimensioni.
Ho optato per un Kayak a pagaia di lunghezza generosa, le più indicate per la pesca in mare.
Ricordo il varo a Portovenere, ore 5:00 di una domenica mattina, solo, mare leggermente increspato da una brezza frizzante ed il rumore dei gabbiani in trasferimento sulla Palmaria, visuale paradisiaca derivata da uno spot che non ha eguali, un sogno.
Con il passare del tempo ma soprattutto avendo la possibilità di spostarmi in kayak ho affinato la tecnica dello spinning rivolto a diversi predatori in acqua salata, dal Serra alla Leccia Amia non tralasciando mai la passione per la spigola.
Nel 2017, navigando sul web, appresi di una gara internazionale rivolta alla pesca del Branzino con la tecnica dello spinning in kayak,
effettuata in una location che già conoscevo da turista ma non da pescatore, la Laguna di Orbetello. Il poco tempo rimasto prima della chiusura delle iscrizioni mi portò a rimandare e decisi che mi sarei iscritto nell’edizione 2018.
All’apertura delle iscrizioni proposi la partecipazione ad un collega, anche lui amante della pesca e delle tecniche rivolte ai predatori.
La partecipazione al Branzino The Challenge 2018 ha segnato in modo significativo il mio futuro di pescatore in kayak, ho appreso informazioni specifiche rivolte allo spinning in laguna e conosciuto tantissimi appassionati con la quale tutt’ora condivido molte esperienze. È stata un’esperienza unica che mi ha spronato a lavorare sulla tecnica ed ha risvegliato in me quella estrema competitività che mi distingue da sempre.
ECCO UN VIDEO DELL’EVENTO
Dal 2019 ho deciso di dedicarmi al mondo gare ed ho partecipato all’edizione del Branzino The Challenge, al CIKF ed al Campionato Italiano FIPSAS. Ho conosciuto persone fantastiche e instaurato nuove amicizie dislocate in tutta Italia e non solo, fatte molte esperienze e imparato cose nuove… fantastico!
Oggi faccio parte della squadra ufficiale Seika (Seika Yak Team) dedicata al Kayak Fishing
con la quale condivido passione ed esperienze. Lavoriamo con l’obiettivo di far conoscere e di contribuire allo sviluppo nazionale dedicato a questa disciplina, di fornire supporto e consigli a chi ha la curiosità di provare, consapevoli del fatto che la pesca in kayak è uno stile di vita ed è sicuramente un’evoluzione del pescatore, certo!
Il kayak non ti da grossi limiti, sia dal punto di vista logistico sia relativo alle tecniche, ovvio che è sempre necessaria la massima attenzione, mai azzardare troppo, soprattutto in mare, ci vuole coerenza e un minimo di preparazione ma non è difficile.
Oggi a differenza di qualche anno fa esistono canali, gruppi, aziende con la quale interagire per avere quanto più informazioni possibili, questa è una grande fortuna per chi ha la volontà di avvicinarsi al Kayak Fishing.
Noi di Seika siamo qui anche per questo, il primo obbiettivo è quello di contribuire a far conoscere questa nuovo modo di pescare, sano, pulito e veramente divertente.
Qui di seguito, riporto un veloce scambio di vedute con Federico B. (BOLSENA YACHTING), per conoscere il suo parere sul discorso kayak, potrebbe rappresentare l’evoluzione del pescatore moderno?
Ecco cosa ci scrive:
Lavoro in questo settore, posso confermare che tutto il movimento del Kayak Fishing è in forte ascesa. Perché?
Dal kayak possiamo fare qualsiasi tipo di pesca, dalla traina al vertical ma anche spinning al bass!
Abbiamo molti nuovi clienti che arrivano dalla barca, sono stanchi di mettere benzina, pagare rimessaggi e fare manutenzioni. Premetto: col kayak non si posso fare le cose che si potrebbero fare con un natante simile, ma ci possiamo collocare in quella zona di pesca dove, con la barca non si può e da terra non ci arriviamo.
Il kayak Fishing è libertà, ogni giornata di kayak Fishing è un’esperienza unica, una piccola avventura noi, la natura e la tranquillità
Entrare in questo mondo significa far parte di una community che ci porta a partecipare ai raduni, gare e vacanze, perché il kayak lo portiamo facilmente ovunque.
Il Kayak Fishing rappresenta l’evoluzione del pescatore moderno che vive la pesca a 360°.
In conclusione, lascio anche la mia opinione (Luigi DP Planetspin), mi ritrovo molto sia nelle parole di Marco che in quelle di Federico. Se non si fosse sviluppata la pesca dal kayak, credo che avrei dedicato molto meno tempo a questa passione perchè, soprattutto nelle zone che frequento, sia la pressione di pesca (molte persone) che la mancanza di spot facilmente raggiungibili dalla riva (sia in mare che in acqua dolce) avrebbe in qualche modo ridotto la voglia di affinarmi. Quasi assuefatto dai soliti spot, soliti pesci, solite esche… solite persone.
Il kayak mi ha fatto riscoprire quella voglia di pescare perchè ogni uscita diventa un’avventura sempre nuova e sempre entusiasmante, soprattutto se in compagnia di buoni amici… poi se escono le catture, non importa.
Qualcosa di molto simile alle esperienze da belly boat, ma moltiplicato x10 e una volta provato il kayak fishing, non si torna indietro. Figuratevi che ormai il 90% delle mie uscite sono esclusivamente da questo natante.
Provare per credere!!! Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!
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