E’ da poco passato il Ferragosto. Giornate di caldo intenso dove le escursioni di umidita’ hanno reso infernale l’atmosfera meteo.
Albe dai colori infuocati inframezzate da brezze che si sono alternate nei vari punti cardinali; ma si capisce, inequivocabilmente, la svolta in questa tecnica meravigliosa dello spinning quando appena prima dell’ alba, all’ orizzonte, denoti la Costellazione di Orione con la sua Cintura che si staglia nitida sul manto blu scuro del Cielo.
Il prologo che avete appena letto è stato redatto dal nostro amico Stefano, che dalla Calabria ci invia uno dei suoi stupendi racconti di pesca. Ho volutamente lasciato intatto il suo scritto, che nella parte finale, da buon pescatore quale è, ci dona un’alternativa al classico spinning di fine estate.
Come sappiamo il mese di Agosto, la pesca con gli artificiali, non è una delle tecniche più vincenti, in termini di catture. E allora? Prendiamoci quello che il mare ci dona e con un pizzico di inventiva, anche se questo farà storcere il naso ai “puristi delle tecnica”, guardiamo cosa si inventa il nostro amico per cercare di portare a guadino un bel pesciotto.
Sono nel basso Jonio. Da giorni numerosi uccelli migratori volano bassi sul pelo dell’acqua annunciando il ritorno ad una nuova Epoca di voli lunghissimi per andare a svernare in zone continentali più calde.
Lo spinning segue la migrazione, dei pesci.
E’ dal mese di Luglio, dai primissimi giorni che non ho più avuto occasione di incannare un serra; questa mia grande passione alla ricerca del “Saltator”. In questa zona non attaccano piu’ gli artificiali. Preferiscono “prede” piu’ facili e presenti in enormi quantita’: i banchi di pesce azzurro gia’ oggetto dei grandi pescherecci con le lampare.
A quest’ ora del mattino, ancora buio, le luci dei pescatori si stagliano nette verso sud verso il mare aperto. Intorno ai banchi d’azzurro risulta la presenza massiccia, quest’ anno , di tonnetti rossi che ho avuto modo di allamare e rilasciare durante un paio di uscite in barca con mio cognato.
Cosi’ come la presenza delle lampughette di prima stagione. Per lo spinning di questo periodo si deve cambiare totalmente tattica. I pesci cominciano ad “incannizzarsi” sotto i grandi segnali ( le “paine” come le chiamano qui) delle reti da pesca. Si attende che inizino a scendere a terra.
Dunque ci armeremo una canna da spinning di 3 m, potenza max 60 gr. Trecciato in bobina 0, 15. Terminale di fluorocarbon 0,40. Il terminale lungo circa 70 cm lo costruiremo in modo di utilizzarlo con un jig di 40/50 gr che sara’ preceduto da un paio di braccioli a cui legheremo un paio di piumette siliconate.
Ho tratto ispirazione per questa tecnica dai pescatori scandinavi che tentano la Trota di mare con un ondulante, appunto, preceduto da una mosca (famosa la mosca-gamberetto Pattegrisen).
In effetti e’ anche un’alternativa alla pesca con la bombarda e piumetta cosi’ tanto amata sullo Stretto. Andremo ad insidiare tonnetti, lampughe e ricciole lanciando nelle vicinanze delle barche ancorate. Soprattutto le ricciole vanno a riposarsi sotto gli scafi ed appena si fa giorno iniziano a cacciare. Cosi’ come le lampughe vengono ad “affacciarsi” anch’esse nei pressi delle barche per predare piccole mangianze.
All’avanzare della Stagione ed in coincidenza dell’abbassamento di temperatura si denotera’ la taglia sempre piu’ interessante di questi pesci e da non escluderne anche di una certa “consistenza” che ci regaleranno “sfrizionate” adrenaliniche!
Che dire? Ci facciamo due lanci? Un carissimo saluto Amici Pescatori….
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