Pescare con la schiuma è, in genere, condizione essenziale per fare belle catture, ma non è sempre facile riuscire a trovare la giusta dose di “bianco”.
LA GIUSTA SCELTA
L’aumento dei lanciatori di esche finte e, più in generale, la maggior pressione di pesca e sempre più frequenti elementi di disturbo per i pinnuti, hanno reso questi più diffidenti e sospettosi. È dunque fondamentale, ancor prima di qualsiasi altra scelta (modello di artificiale, azione di pesca, ecc..), riuscire a pescare con le giuste condizioni del mare, vale a dire in presenza di schiuma.
LA PESCA IN SARDEGNA, ONDE & SCHIUMA
Il fatto di vivere in un’isola, oltretutto piuttosto ventosa, sicuramente ci avvantaggia, ma è errato pensare che sia sufficiente recarsi in una zona esposta al vento per trovare ciò che cerchiamo. Nella realtà le cose non sono così semplici perché le situazioni davvero buone sono limitate a condizioni del mare piuttosto ristrette.
Se le onde non sono sufficienti a generare schiuma, le probabilità di cattura diminuiscono enormemente,
Il perché i predatori si peschino principalmente nella schiuma lo abbiamo già illustrato tante di quelle volte che non è proprio il caso di ripeterlo; in questa sede vediamo invece di capire come si forma la schiuma e dove possiamo trovarla in giusta quantità.
COME SI FORMA LA SCHIUMA
Ovviamente per formare la schiuma ci vogliono le onde (va bene, anche la birra, ma quella la riserviamo per festeggiare la pescata) ed il fenomeno può avvenire secondo due modalità principali.
Tipicamente, quando l’onda si rovescia su sé stessa, cioè frange, e questo succede in prossimità della riva laddove il fondale comincia a ridursi.
In questa fase si passa dalla cosiddetta onda di oscillazione, senza effettivo movimento d’acqua, all’onda di traslazione, in cui abbiamo non solo oscillazione ma trasporto delle particelle liquide, con conseguente “rottura” della superficie ed il disordinato mescolamento della massa d’acqua che, a causa della tensione superficiale del liquido, forma appunto la schiuma.
L’altra modalità si ha quando le onde incontrano un ostacolo nel loro cammino (scogli isolati, costa rocciosa alta) prima di avere il tempo di frangere; in questo caso l’onda rimbalza sulle rocce e rompendosi o rovesciandosi all’indietro produce la schiuma. Il primo caso è quello tipico delle spiagge in genere o delle scogliere basse il cui fondale digrada dolcemente consentendo all’onda di rovesciarsi prima di raggiungere la riva; il secondo è quello delle scogliere su fondali alti o che digradano rapidamente. Tutto questo in modo molto schematico, per ora è quello che ci serve.
DA SAPERE
Se la schiuma è prodotta dalle onde queste sono invece generate dal vento, almeno nelle nostre acque, non potendo contare su altri fenomeni come le maree (cosa che avviene invece in altre parti del pianeta).
LA RICERCA DELLO SPOT
Per azzeccare un posticino con la nostra bella schiuma bianca occorre quindi valutare innanzi tutto l’effetto del vento sul mare tenendo conto di una serie di fattori, come la forza e la direzione del vento stesso, la pressione atmosferica, la conformazione e la tipologia della costa e del fondale.
Le prime due variabili sono abbastanza semplici da capire, ovviamente l’altezza delle onde sarà in relazione all’intensità del vento, così come la loro direzione sarà la stessa del vettore che le ha generate, tenendo conto però che in prossimità di ampi litorali sabbiosi o omogenei le onde tendono comunque a disporsi parallelamente alla costa.
LA PRESSIONE ATMOSFERICA & LA SCHIUMA
La pressione atmosferica è invece fenomeno spesso sottovalutato o magari tenuto in considerazione solo perché capace di scatenare l’istinto predatorio dei pesci. Invece è molto importante perché influenza fortemente la possibilità di muovere il mare. L’alta pressione “schiaccia” la massa d’acqua rendendo più difficoltosa l’azione del vento, mentre con pressione bassa basta poco per agitare la superficie. Se tutto questo può sembrare complicato, tranquillizzatevi, in realtà non abbiamo necessità di scervellarci troppo nell’elaborazione di queste variabili perché c’è, per fortuna, chi lo fa per noi. Su internet possiamo trovare molti siti di meteorologia dove trovare facilmente previsioni sullo stato del mare, altezza e direzione delle onde (vedi riquadro). Tutto facile, quindi? Non proprio, perché siamo solo a metà dell’opera. Sapere che domani ci sarà un onda di una certa altezza in un determinato tratto di mare è una informazione importantissima ma non chiarisce completamente se e dove posso trovare la schiuma “giusta”.
LA CONTINUA RICERCA
E qui intervengono la nostra esperienza, la nostra conoscenza dei luoghi ed il nostro intuito. Niente di particolarmente complicato, si tratta solo di immaginare l’effetto finale delle onde sulla costa tenendo conto di alcuni importanti dettagli. Innanzi tutto l’esposizione della costa rispetto al vento e, quindi, alle onde; l’effetto dei marosi che incontrano la scogliera frontalmente è chiaramente diverso rispetto a quelli che arrivano lateralmente. Teniamo conto del fatto che a seconda della conformazione del territorio il vento tende a girare; insomma, un vento da maestrale in un determinato punto della costa può disporsi da ponente o addirittura a libeccio a poca distanza.
LA MAREGGIATA
Assolutamente da valutare è anche il momento della mareggiata, che, come sappiamo, si divide in tre fasi: fase montante, costante e scaduta. Ben diversa è la schiuma nelle tre fasi, soprattutto il rapporto tra schiuma, onde e vento. Nella prima fase le onde sono più nervose, stanno accumulando l’energia del vento ma sono ancora corte e lente e raramente sono di aiuto per lo spinner. Nella fase costante vento e mare sembrano aver trovato un loro equilibrio, le onde sono più veloci ma il loro ritmo è più regolare, le schiumate più ampie e costanti.
E c’è infine il momento magico della scaduta,
CONDIZIONI IDEALI
Orientativamente, diciamo che nelle nostre coste le condizioni migliori per lo spinning si hanno con onde di altezza compresa tra un metro e mezzo e poco più di due a seconda della tipologia della costa. Nella scala Douglas, normalmente adottata (da non confondere con la scala Beaufort dei venti), questo corrisponde a un mare forza 4.
METEREOLOGIA & INTERNET
Per conoscere stime attendibili sui venti e sullo stato del mare occorre affidarsi a siti specialistici, meglio se limitati dal punto di vista geografico; nessuno meglio degli esperti locali può interpretare le variabili atmosferiche per una determinata zona. Assolutamente raccomandabile il sito del Consorzio Lamma (http://www.lamma.rete.toscana.it/) che comprende una eccellente bollettino del vento e del mare con efficace rappresentazione grafica e con previsioni a 4 giorni.
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