Nella pesca a spinning in mare, in ambienti come il porto, la foce o la scogliera, non è sempre facile e intuitivo riuscire a comprendere dove e come presentare il nostro artificiale alle prede, nel modo migliore.
Capire dove lanciare l’esca, sarà di fondamentale importanza per evitare una probabile serie di uscite e di lanci a vuoto dove, non avendo né tocche né catture, non potremo conoscere le reali potenzialità della pesca in acqua salata (saltwater o SW), data la vastità di situazioni in cui ci troveremo.
La presenza di pesce foraggio come cefali o minutaglia è un segnale importante che aumenta la probabilità dell’arrivo di predatori e scegliendo di sfruttare queste zone in orari della giornata nei cambi di luce come l’alba o il tramonto, possiamo tentare di accrescere le nostre possibilità di fare una bella cattura.
Dedicare le uscite incentrandole su una particolare specie, riuscendo a preventivare gli artificiali da utilizzare, ci faciliterà nella scelta della combinazione canna/mulinello adeguato, evitando, nello stesso tempo, di sovraccaricarci di attrezzature superflue in modo da permetterci degli agevoli spostamenti, tipici ed essenziali per riuscire in questa tecnica.
Andremo a esaminare qui di seguito, alcuni degli spot caratteristici per la pesca a spinning praticata dalla zona costiera dei nostri mari (porto, foce e scogliera) e cercheremo di capire dove, come e perché lanciare i nostri artificiali. Sarà possibile con l’esperienza, individuare con un colpo d’occhio gli hot spot, ma cerchiamo di dare una spiegazione che aiuti anche coloro che si sono affacciati da poco o si stanno per affacciare in questa tecnica di pesca.
Il porto è un luogo ideale per praticare tutti i tipi di pesca e soprattutto lo spinning, perché è possibile trovare in quest’ambiente, una grande quantità di pesce foraggio, la base della catena alimentare al cui vertice troviamo il nostro ricercato obiettivo, il predatore.
Prestiamo attenzione ai divieti emanati dalle capitanerie, infatti, in molti porti italiani, esistono delle severe contravvenzioni per chi pratica la pesca sportiva in zone non consentite.
Queste zone sono ottime soprattutto per la pesca in notturna in cerca di spigole che cercheremo di insidiare con piccoli minnow o con esche siliconiche.
Sempre in queste zone possiamo trovare anche il barracuda e il pesce serra.
Le punte dal lato interno ed esterno (mare aperto) sono le zone migliori a prescindere dal periodo dell’anno in cui ci troviamo e del predatore che insidieremo. Sono i classici spot da tenere in considerazione durante tutto l’arco della giornata, ma che spesso, a causa del passaggio d’imbarcazioni, i predatori tendono a frequentare solo nei momenti di poco traffico.
Cercheremo di approfittare dei momenti di calma per sondare i vari strati dell’acqua: a partire dalla superficie con popper (ma anche WTD o skipping lures) di discrete dimensioni, passando per i minnow, fino ai classici jig metallici. Pochi lanci, dove cercheremo di raggiungere la maggiore distanza possibile, possono bastare per poi spostarci nelle altre zone.
A volte lo strike può arrivare recuperando il nostro artificiale parallelo alla costa o proprio sotto i nostri piedi
Per questo, consiglio sempre di prestare la massima attenzione e credere sempre nella nostra azione di pesca fino in fondo.
Il lato esterno della foce è l’habitat classico della pesca a spinning, frequentato da molte specie di predatori che si avvicinano alla costa in cerca di pesce foraggio e alimenti portati dalla corrente dei fiumi. E’ uno spot che varia in continuazione nel tempo in base alle mareggiate e alle diverse condizioni climatiche e ambientali che si alternano, modificandone le potenzialità.
Solitamente i predatori sono di passaggio nei punti più profondi del letto del fiume, all’imboccatura, o stanziano in attesa del cibo a ridosso dello scalino sabbioso che si forma nel punto in cui i detriti, trasportati dalle acque dolci, si mescolano a quelli marini, tendendo degli agguati ai pesci in difficoltà.
In quest’ambiente possiamo incontrare pesci di taglia come la leccia amia e utilizzare un’attrezzatura adeguata è indispensabile per contrastare le fughe con la giusta efficacia.
L’attività predatoria si protrae anche nella corrente d’acqua del fiume in mare, permettendoci di stare in pesca con il nostro pescetto anche con una semplice trattenuta. In questo caso utilizzeremo degli artificiali dotati di una paletta di testa molto pronunciata e resistente (o degli ondulanti metallici di peso adeguato) per permetterci un corretto movimento.
Infine, come alternativa da non trascurare, possiamo utilizzare la corrente del fiume per far trasportare il nostro artificiale al largo, in modo da poter insidiare i predatori che si trovano più lontano dalla tipica distanza raggiunta dal lancio.
Cercheremo di lanciare a ridosso della sponda, magari nei pressi di pontili per l’ormeggio delle barche o nella vegetazione
La scogliera è l’ambiente più complesso che possiamo trovare lungo le nostre coste e in base alla profondità delle acque su cui si erge, determina la tipologia di predatori che la frequentano. Ne esistono di naturali e di artificiali, a picco e a lento degrado e in base a queste caratteristiche dovremo scegliere gli artificiali per evitare incagli ed entrare in pesca alla giusta profondità.
In caso di scogliera bassa frequentata da spigole, allora cercheremo di trovare le classiche schiumate formate dalle onde che s’infrangono, evitando di farci vedere e magari approfittando della classica “scaduta” (es. quando il mare inizia a calmarsi dopo una mareggiata). Qui possiamo utilizzare degli artificiali floating (galleggianti) o lipless (senza paletta), in modo da esercitare la nostra azione di pesca nei primi strati della superficie marina. Ottimi punti dove lanciare, sono anche le rocce affioranti e le buche, dove i predatori sostano per attendere le loro prede. In caso di mare forte è necessario un buon minnow capace di tenere la corrente e non essere trascinato in balia delle onde.
In questi ambienti è facile trovare la colorazione delle acque molto chiara, per questo è preferibile insistere nelle ore notturne successive al tramonto o prima dell’alba.
L’eccessiva pressione di pesca da parte di sportivi e professionisti ha fatto in modo che le possibilità di fare delle catture si riducano sempre più. Si è notato che in particolari luoghi molto frequentati, i pesci sono diventati diffidenti ad aggredire gli artificiali e in molti casi sono stati decimati dalle reti. E’ necessaria la salvaguardia degli spot e delle specie, rispettare i limiti imposti dalle leggi sul pescato e intensificare i controlli da parte degli organi preposti, per evitare il progressivo peggiorare della situazione.
La complessa costituzione del panorama costiero italiano non consente di creare regole certe valide in ogni punto della penisola. Per affrontare con successo i vari ambienti di pesca è sempre necessario apprendere anche notizie dai pescatori locali, saperle miscelare con la nostra esperienza, un pizzico d’inventiva e… un po’ di fortuna.
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