Dicembre 22, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Pesca a Spinning al pesce Serra: dalla A alla Z

L’articolo s’incentra su una delle prede più affascinanti che possano esistere nel mondo dello Spinning: il pesce Serra.

Descriverò in maniera del tutto personale la mia “sfida” continua, la ricerca e il rispetto nei confronti di un vero combattente, le cui armi più forti sono la potenza e la furbizia, un connubio che solo poche creature riescono a inglobare. Una descrizione “soggettiva”e  “oggettiva “ contemporaneamente, in quanto credo che in tutto ciò che circonda questa specie non esistano criteri consolidati o “certi”, ma modi diversi di approcciarsi per poter vincere al meglio questa sfida:  una partita di scacchi che si incentra tutta sulla previsione e sull’astuzia, e alla fine avrà la meglio chi è stato più furbo e solo chi ha saputo “approcciarsi” nel modo migliore.
 

Non credo che esistano esche migliori o peggiori, ne recuperi preferiti o orari particolari ; esistono solo e solamente “ esperienza “ , “studio costante” e “rispetto”
 
tre principi che non devono mancare mai in ogni Spinner che si rispetti. Preferirei iniziare prima di descrivere la mia maniera, giusta o sbagliata che sia, con una precisazione che credo valga per tutte le specie marine e principalmente per il nostro Serra. Spesso la maggior parte associa un’esca in particolare o una tipologia di essa ad una determinata specie o spot in cui si pesca.

Non credo che sia la cosa migliore da fare, ai pesci poco importa le nostre preferenze e nemmeno avranno preferenze particolari perché, detta alle buone, per loro cacciare non è un gioco ma questione di “vita “, di “sopravvivenza”. Sarebbe più corretto valutare, in base alla nostra esperienza e allo spirito critico con cui si va in mare, scegliere quell’esca che ti permette di “fare la tua partita “. Un‘esca quindi che possa assecondare ciò che noi vogliamo creare, una determinata situazione o circostanza che porterà la nostra possibile cattura a non rinunciare e ad attaccare.

Questa è la fase più critica proprio perché spesso ragioniamo con la nostra testa e vogliamo che il nostro pesce abbocchi con quello che vogliamo noi, convincendoci in maniera inconscia che quell’artificiale con quel determinato movimento è la sua preferita, senza aver preliminarmente pensato e studiato in maniera attenta lo spot in cui vogliamo iniziare il nostro combattimento.

Non ho utilizzato in maniera errata la frase “un’esca”, volendo indicare con essa non un solo ed esclusivo artificiale, ma semplicemente un’ “esca “, l’insieme inscindibile di un progetto costituito dal panorama di artificiali a nostra disposizione legate a ciò che sarà il loro compito in acqua, in cui anche l’ordine ha la sua importanza affinché  l’”esca “ creata da noi possa funzionare.  In quella che è la mia esperienza i dettagli hanno fatto la differenza, e man mano che passa il tempo scopro sempre di più come essi hanno una notevole influenza sul risultato finale.

Bisogna immedesimarsi e pensare con la testa della nostra preda
 
la scelta dell’artificiale non è la prerogativa principale ma il mezzo attraverso il quale facciamo credere al nostro pesce che ciò che lui vuole è proprio li, davanti ai suoi occhi.
 
Mi viene in mente una delle catture che racchiude tutto ciò che ho descritto precedentemente e che può spiegare nel modo migliore ciò che spesso le sole parole non riescono a dire e a farsi capire.

Mi sono imbattuto in una giornata estiva abbastanza calda, in uno dei miei spot preferiti e che in quel momento vedeva la presenza assidua di Serra, abbastanza cauti con le nostre esche. Prima di mettermi a pescare mi sono soffermato ad ammirare i loro attacchi : erano due Serra molto grossi che insieme, quasi per spirito di iniziativa che in Mare non manca mai, riuscivano ad aggirare un branco di cefali spaventati e che si difendevano come più potevano. Ma c’era qualcosa di strano che non avevo mai visto, e che mi colpì abbastanza : il primo attaccava e spingeva i cefalotti verso uno scoglio, in cui si nascondeva per bene il secondo che usciva nel momento opportuno. Piuttosto che rincorrere facevano meno sforzo aiutandosi a vicenda in un modo che mai avrei pensato potesse venir in mente a dei pesci. Già capivo che se avessi lanciato un’esca qualsiasi non avrei preso nulla, per questo ho preferito ammirare piuttosto che sin da subito cercare di provare ;studiare preliminarmente piuttosto che lanciare da subito rischiando magari di rovinare e insospettire i due Serra. Così decisi di fare il loro gioco, prendendo un WTD e simulando i cefalotti in fuga, con scodate energiche e senza pause e senza avvicinarmi a quello scoglio in cui il secondo attendeva. Decido dopo un bel po’ di lanci che era venuto il momento di giocare la mia carta : appena arrivai davanti quel masso bloccai il mio WTD, dando qualche colpetto come a stuzzicare il mio Serra che di sotto ammirava sicuramente e che pensava se attaccare o meno. Non ci pensò due volte, uscì da quel masso e saltò come un missile neanche 10 metri da me, mi fece sobbalzare di brutto mentre pensavo tra me e me “ Ci sei cascato ….“.

 

E’ questa la fase più difficile, farlo abboccare, il resto viene da sé, dalla propria attrezzatura ed esperienza, e forse ancora più bella ed emozionante, perché in quei pochi minuti in cui combatti il tempo sembra svanirsi e vivi emozioni che vorresti provare e riprovare di continuo. Ci sono poi altri momenti in cui invece sembra che qualsiasi cosa provi come artificiale a loro non importi, ma vogliono semplicemente solo qualcosa tra i denti. Allora verrebbe magari da pensare che non ci voglia nessuna fase di studio e di ricerca, e che basti qualsiasi artificiale per poter catturare; o che magari il primo artificiale mandato in missione in acqua sia il migliore perché ha catturato subito, senza pensare al perché magari a loro poco importasse cosa era quella cosa che nuotava in acqua. Queste sono quelle situazioni infatti in cui la frenesia alimentare è accentuata dall’alta presenza di predatori con scarsità di prede : tutti contro pochi e solo pochi mangeranno , e allora poco importa cosa mi trovi davanti, l’importante che si muovi e che arrivi prima degli altri a metterlo nello stomaco.

 

Questa però è una circostanza che si verifica raramente, principalmente mi son trovato davanti sempre Serra con cui la sfida iniziava prima del combattimento vero e proprio, in cui il risultato finale era la voglia di farli attaccare piuttosto che di poterli portare sino a riva.
E’ venuto il momento di parlare degli artificiali che fanno parte di quella “ grande esca “ che elaboro per poter vincere la mia battaglia.

 
Principalmente sono due le tipologie di artificiali che prediligo : Popper e WTD
 
In base a quale atmosfera voglia creare prediligo uno dei due per iniziare. Per farmi sentire, creare un po’ di casino in determinati spot in cui la presenza di Serra è sporadica, utilizzo un Popper le cui caratteristiche mi permettono di far notare la mia presenza, cercando di evitare il lancio continuo e ripetitivo nello stesso punto, ritirando quindi da varie angolazioni e mai sempre in maniera perpendicolare alla costa o alla scogliera. Principalmente mi fermo già subito dopo i primi dieci minuti, notando come l’attesa spesso porti nervosismo da parte del nostro Serra che dopo un po’ di silenzio appena rivede la nostra esca attacca con particolare violenza. Prediligo l’utilizzo di esche abbastanza rumorose anche quando le condizioni dl Mare sono abbastanza difficoltose, vedi per esempio Mare in scaduta o forte presenza di corrente, in cui il “rumore” potrebbe giocare un ruolo importante.
 

Nell’altro caso invece in cui il nostro spot presenta la presenza assidua di Serra e Mare abbastanza calmo preferisco iniziare con un WTD. È il movimento più naturale e meno prevedibile, più nascosto e silenzioso e che mi permette una gran quantità di tipologie di recupero. Così come il rumore nel caso precedente, qui invece il “silenzio” credo che deve far da padrone, non bisogna minare quella tranquillità che ci circonda e che costituisce l’arma fondamentale dell’attacco dei nostri Serra in quella determinata situazione : nel silenzio essi attaccano all’improvviso e nel silenzio bisogna agire. Ricordiamo che lo stesso artificiale potrebbe disturbare la tranquillità del nostro pesce foraggio che potrebbe innervosirsi, allontanarsi e con esso far allontanare e indispettire i nostri Serra.

Anche qui intervengo con delle pause abbastanza lunghe che mi permettono non solo di evitare di rovinare quella possibile situazione favorevole all’attacco dei nostri Serra, ma anche di poter riflettere e studiare il Mare per poter decidere la successiva scelta e azione da effettuare.

 
Sono spesso le situazioni in cui da un WTD passo subito ad un popper
 

una scelta azzardata ma che potrebbe rivelarsi vincente nel caso in cui la nostra scelta di optare per il silenzio con il lungo andare non produce i risultati sperati. Prima di fare questa scelta però tengo sempre in considerazione i fatti precedentemente analizzati, ovvero la presenza di pesce foraggio deve essere abbastanza poca e poco infastidita dal mio popper : la mia presenza deve essere integrata con l’ambiente e la situazione marina che mi trovo di fronte, non devo mai distruggere quell’atmosfera con le mie azioni, perché questo credo che porti solo ad uno svantaggio.
 
Ecco cosa succede quando si passa in un branco di pesci serra

I minnow in generale credo abbiano invece una funzione intermedia in senso temporale, ovvero non prediligo utilizzarli sin da subito ma sempre in fasi successive, ovviamente prendendo in considerazione quello che è il mio fondale, la corrente e anche il momento della giornata. Preferisco utilizzare Sinking piuttosto che Floating nel caso di fondali alti, questo perché mi permette di gestire un movimento con jerkate molto aggressive e un recupero non fluido e lineare che mi è risultato vincente. Nulla da togliere ai Floating, che mi hanno permesso di risolvere situazioni in cui i nostri Serra non avevano nessuna voglia di abboccare, però sempre in fondali abbastanza bassi e in cui la corrente non era eccessiva da permettere il loro corretto movimento. Per quanto riguarda i colori bisogna evitare una questione “soggettiva” e tener presente una questione “oggettiva” : soggettiva in quanto spesso utilizziamo i colori che più piacciono a noi o che riteniamo che possano funzionare ; oggettiva poiché dobbiamo tener presente la colorazione dell’acqua e ilmomento particolare della giornata.

 
Qui entra in campo l’esperienza e la conoscenza dei nostri spot, ed è una delle cose che di per se  è fatta di oggettività
 
ma questa oggettività non è ancora ben definita e chiara. Per questo solo una prova continua e ripetitiva, un’ analisi critica e valutativa delle nostre scelte  può renderci la vita più semplice. E’ anche vero che i pesci non vedono così come vediamo noi, hanno una gamma di colori molto differente e che varia di specie in specie, ma è anche vero che i colori fanno la differenza, tutti i colori : anche un artificiale completamente sverniciato può incidere e risultare competitivo rispetto uno completamente nuovo. Personalmente preferisco in acque torbide e durante il giorno utilizzare colori poco brillanti e monocromatici, così come in situazione notturne utilizzare colori abbastanza vivaci oppure il nero di per se così ininfluente per noi nel buio.

Proprio per questo parlo di esperienza e di conoscenza perché ognuno di noi fa affidamento al colore che è risultato determinante per quella determinata situazione in cui si trova. Una questione che non deve essere soggettiva ma che deve diventare sempre più oggettiva provando e riprovando, sempre con quello spirito critico e attento che non deve mancare mai.

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Non ritengo invece essenziale l’utilizzo di Skipping Lures, con essenziale riferito alla cattura in se che non al loro scopo che è fondamentale in certe situazioni. Spesso infatti il loro utilizzo invoglia i nostri Serra ad attaccare, ma poi preferisco di gran lunga cambiare immediatamente artificiale non appena noto i primi attacchi per due ragioni principali: la prima di evitare di perdere la mia cattura, che magari potrebbe risultare di grossa taglia; la seconda perché potrebbe avere anche un effetto negativo, in quanto il loro continuo utilizzo porterebbe il mio Serra ad abituarsi e a rendersi diffidente presso non solo il mio Skipping ma anche con gli altri artificiali. Un ‘arma a doppio taglio quindi, molto efficace ma anche controproducente se utilizzata in maniera errata e continuativa.

Vorrei concludere con un argomento che tengo particolarmente a cuore e che vale non solo per il nostro Serra ma per tutto il mondo marino, compresa anche l’essenziale ultima goccia del nostro Mare : il Rispetto . Credo che sia questa l’arma fondamentale e inscindibile per vincere la nostra battaglia, un arma che ogni vero Spinner non può e non deve farne a meno. Tutto prende forma e vita in un semplice gesto, così puro e spontaneo che proprio per la sua naturalezza viene anche visto in maniera sbagliata ed errata , proprio perché si vive in un mondo dove l’egoismo fa da padrone :

 
il Rilascio della nostra preda è la forma più alta e sublime di rispetto nei confronti di chi ci fa vivere le emozioni, nei confronti di un vero combattente che lotta per sopravvivere.
 
Non si può non portare rispetto a qualcosa che si ama, proprio perché nella parola Amore risiede in se la parola Rispetto.

Aldilà di ogni maniera, metodologia o tecnica ci deve essere Amore e Rispetto nei confronti del nostro Mare, l’arma più potente a nostra disposizione per vincere la battaglia di emozioni che il mare ci riserva, e che molti spesso non usano, lasciandola li nel proprio zaino, inutilizzata, senza una goccia di sale o ruggine…

 
Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!