Cominciando il nostro viaggio alla scoperta di posti, predatori, artificiali & Co, credo non sia un caso che già alla prima uscita ci si debba rendere conto di un dato di fatto.
Di cosa parlo? Del modo di fare spinning, ma ancora di più del “credere” in questa tecnica, amici miei.
Al di là del fatto che esistono le pescate fortunate o perlomeno di quelle in cui ci rendiamo conto di essere al posto giusto, al momento giusto, io credo che quello che realmente manca a chi non riesce ad avere “frutti” (catture ndr.) in questa tecnica di pesca è un pizzico di voglia di “inventare e sperimentare”, praticamente quello che fa di un pescatore, un buon pescatore, che usa la testa e non si limita a fare ciò che vede fare agli altri…
Dopo questa piccola anticipazione, chiamiamola anche “sfogo personale”, andremo in questo articolo a descrivere la tecnica, i posti e le attrezzature utilizzate in questa uscita in pesca a spinning sul litorale Domitio.
Oggi ci troviamo precisamente a Castelvolturno (CE), alla foce del fiume Volturno, in compagnia di un altro appassionato pescatore che ha le sue soddisfazioni in molte tecniche, solitamente pratica dalla barca, ma poche a spinning e forse in seguito a questa uscita, avrà capito anche il perché…
Andiamo al sodo, la pescata inizia all’alba, quando appena fuori la foce ci rendiamo conto che ci sono i serra in attività.
Andiamo sui 10 metri circa di fondale, iniziamo a seguire i segnali che ci fornisce il nostro ecoscandaglio in cerca di salti di fondo, ostacoli, pesce foraggio e marcature in profondità. Allo stesso modo in nostro attento sguardo scruta l’orizzonte in cerca di segnali di attività a galla. Ci fermiamo in prossimità di una buona marcatura che si trova sui 5 metri ed inneschiamo artificiali dotati di una buona paletta che scendono ad una profondità ideale per andare a coprire quelle zone.
Primo lancio e SBAM! Botta in canna e si aprono le danze con una bellissima regina.
E’ la sua prima Spigola a Spinning e per me è bello leggere nei suoi occhi l’emozione che traspare tra le urla di gioia. Sono gli stessi artificiali e la stessa attrezzatura che ha utilizzato da sempre, ma in fondo, credo di aver inteso anche perché non ha mai dato frutti prima d’ora…
Che dire, ogni uscita è sempre una scoperta, che si facciano o meno catture l’importante è aver imparato sempre qualcosa per poter crescere e migliorare in questa tecnica di pesca dove, come dico sempre, molto di quello che può essere fatto, deve essere ancora scoperto.
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