Dicembre 21, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Pesca a spinning in mare, come sfruttare le correnti

Nel nostro bagaglio di conoscenza, non possono mancare dei cenni sullo studio delle correnti, ovvero dei movimenti delle masse d’acqua che influenzano la presenza e l’attività dei pesci.

Le correnti
Iniziamo dal distinguere i vari tipi di corrente marina: quella oceanica ha delle caratteristiche molto più complesse e particolari di quelle di cui parleremo in questo articolo, che sono le tipiche del nostro sottocosta, influenzate principalmente dal vento e dal moto ondoso.
Questo articolo, scritto a quattro mani, vuole essere un primo approccio verso questo fattore che in parecchi casi influenza la nostra battuta di pesca,
vediamo in che modo può essere utilizzato per i nostri scopi.
 
Fin dall’antichità le correnti furono sempre di aiuto ai pescatori, basti pensare alle vecchie tonnare che sfruttavano e basavano il loro tipo di pesca su di esse, come molte specie di pesci, anche i Tunnidi durante il loro ciclo vitale, sono influenzati e basano la propria vita sulle correnti marine.
 
 
Questo spostamento di masse d’acqua porta vantaggi verso i nostri pesci dando a loro ossigeno e portando cibo a sufficienza inoltre, vengono aiutati anche nei loro spostamenti, diciamo che in qualche caso, per loro può essere considerato anche un mezzo di trasporto gratuito.
Ci sono varie tipologie di correnti e la loro formazione può essere dovuta a differenze di temperatura, salinità o all’impulso dei venti, dando origine poi a correnti verticali o orizzontali.
 
Le correnti createsi per differenza di temperatura creano un habitat ideale per un’ infinità di specie.
 
C’è da dire che negli anni, l’uomo ha deviato molti flussi d’acqua, modificando così il corso naturale delle correnti e creandone di nuove, portando così lo spostamento improvviso di alcune specie, l’arrivo di nuove e nello stesso tempo la scomparsa di altre.
In determinate situazioni, la modifica di queste correnti, crea l’habitat ideale per alcune specie definite “di rimonta”, ovvero quei determinati pesci che in alcuni periodi dell’anno risalgono dal mare verso habitat ad acqua salmastra (o con salinità minore).

Un consiglio per gli anglers
La pesca a spinning è un genere di pesca di tutto rispetto. Essa comporta concentrazione, immaginazione e studio delle specie. Un mio personale consiglio è quello di fare delle immersioni (snorkeling), osservando attentamente i comportamenti e quella che è l’etologia dei nostri pesci, questo studio ci permetterà una visione molto più ampia di quella che può essere percepita dal mondo emerso, aiutandoci tantissimo nell’affinamento della tecnica personale.

La pesca a spinning e le correnti nelle foci
Pescando in foce ,soprattutto se ristretta, avremo la possibilità di sfruttare al meglio la zona di rimescolo delle correnti.
Utilizzando esche artificiali tarate in base alla nostra attrezzatura (canna, mulinello), velocità della corrente e all’attività delle nostre prede, avremo la possibilità di aumentare le probabilità di cattura, proponendo un nuoto molto naturale alla nostra imitazione, che sarà sempre attiva nella zona di pesca.

Possiamo provare la cosiddetta esca di reazione, questo perché la spigola, come altri pesci, se presa d’improvviso avrà poco tempo per ragionare, sarà meno diffidente ed impulsiva.
Ancora meglio se l’acqua e leggermente scura, dove l’effetto vedo/non vedo rende ancora più istintivo il predatore in agguato.

ondulanti e siliconi

Attrezzatura e tecnica
Testine piombate o ondulanti con esca siliconica annessa, sono ideali per la pesca in foce, in questa tecnica è importante il lancio, che deve essere tarato sulla base della corrente, in modo tale da far arrivare l’esca a ridosso del posto dove pensiamo ci sia la spigola, nel classico giro di corrente, magari cercando la buca ed il canalone sommerso. Nel momento in cui iniziate il recupero dovete far scivolare l’esca sul fondo dando uno due colpetti leggeri ogni 2 metri circa di passata cercando di tastare bene tutto il fondale.

Una volta capito dove sostano le nostre prede, cominceranno le catture, al 90% capitano pesci di piccola o media taglia,
ma con buona pazienza e costanza (le doti del pescatore!!) non tarderà ad arrivare qualche big.
In gran parte dei casi i momenti migliori per riuscire a catturare qualche spigola nelle foci è quando l’acqua si trova sul giro di alta marea, preferendo i tratti in cui la corrente diminuisce leggermente, sentiremo li la maggior parte delle abboccate.
Se troviamo in prossimità della zona di pesca sbalzi di fondale, grumi di sporco, ramaglie, barche, ed ogni qualsiasi sorta di ostacolo, è li che dovremmo provare principalmente, questi sono ottimi nascondigli per i predatori.
 
 
Teste piombate, ondulanti e siliconici annessi
Parlando di teste piombate in commercio se ne trovano di più tipi e piombature; nel caso in cui si dovesse pescare in corrente una forma del tipo rotondeggiante o a proiettile, permetterà di far scorrere più facilmente la nostra esca, presentando un movimento più sinuoso e lineare.

Per quanto riguarda le esche, ottimi i worms sottili di mescola morbida per avere meno sputate e per essere più naturali, piccole imitazioni di pesce foraggio. Queste esche si presentano in vari tipi di colorazioni, ma il principio per cui utilizzarle, nel caso di acque estremamente limpide, è quello di tendere a colorazioni naturali, magari con al loro interno piccoli brillanti, in modo da creare dei flash attiranti, portando frenesia alla nostra preda. Nel caso di acque più velate tendere a colori come il bianco opaco o perla.

Esche rigide e snodate
Per quanto riguarda le esche rigide, ottime anche quelle che creano un movimento abbastanza largo in presenza di corrente, come le esche snodate (due, tre e quattro pezzi), cercheremo sempre di recuperare sia con una modalità costante, che alternando degli stop, cercando di immaginare il suo comportamento in natura, simile ad un pesce che tende a risalire la corrente.

Piccoli jig e siliconico annesso
Una serie di risultati positivi, ha fatto emergere una tipologia di pesca molto particolare, ovvero l’utilizzo dei casting jig (max 40-60 grammi) con annessa un siliconico. Molte di queste esche metalliche  (non tutte ndr.) si prestano anche ad un recupero orizzontale e tramite l’ausilio di girelle è stato sperimentata con molto successo (soprattutto per la spigola) che attrezzando queste esche con una codina siliconica, come un classico falcetto, un raglou o un ricambio del civelix (della ragot), si riusciva a lanciare la nostra esca a distanze notevoli, arrivando molte volte in pesca in zone proficue che non erano raggiungibili con altre tipologie di artificiali.

Nella pesca in foce, sfruttando le correnti del flusso delle acque fluviali, si può restare in pesca con un lento recupero lineare o addirittura anche tenendo “ferma” la nostra esca,

che con il perfetto bilanciamento tra grammatura e forza della corrente, è un richiamo irresistibile per i predatori.

Bene, finisce qui il nostro primo appuntamento alla scoperta dell’importanza della corrente nella pesca a spinning, arrivederci al prossimo articolo, le maree.
Un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!