Aprile 19, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

La pesca & lo Spinning nel 2020, evoluzione o regresso?

Oggi su Planestpin, parliamo di come sta evolvendo la pesca a spinning in questo 2020.

Nel dettaglio, ho ideato l’articolo strutturandolo come un’intervista virtuale a cui rispondono diversi amici pescatori, molto legati a questo settore, per capire il loro punto di vista in merito a tematiche di vario genere.

Cosa ne pensi del modo con cui diversi shop online della pesca, sfruttano la rete e i social per trovare nuovi acquirenti e fidelizzarli? Hai mai assistito a una loro diretta video?

MATTEO DE FALCO (SKY PESCA TV canale 236)
Rispetto alle nuove strategie di comunicazione devo dire che ne sono un po’ inquietato.

Trovo, infatti, che l’inseguimento nei confronti dei potenziali clienti abbia fatto perdere, come al solito, il senso della misura. Trovo che i video siano spesso fra il ridicolo ed il grottesco con qualche eccezione.

Mi spiego. Se a monte c’è un’idea e la capacità di comunicare credo che siano interessanti e possano valere come servizio redazionale. Ma d’altro canto, alcune “cose” fatte con il telefonino senza saper nemmeno articolare una frase di senso compiuto, siano davvero avvilenti.

MATTHIEU AMATO (campione italiano di pesca in mare da natante matthieuamato.it)
Non mi sembra che la rete premi molto gli shop online, nè rispetto ai grandi negozi fisici, nè rispetto a pescatori bravi nel diffondere le loro pescate, mi riferisco in particolare ad alcuni esperti di aziende su facebook (che secondo me a volte hanno potenziali maggiori rispetto all’azienda che li sponsorizza) ed anche ad alcuni youtuber particolarmente capaci e simpatici.

Approfondisco questo argomento su un libro che ho in vendita su https://matthieuamato.it (c’è anche per kindle) che porta anche esempi reali e che ho scritto dietro alle domande di decine di utenti che mi chiedevano come si fa a fare il prostaff e partecipare ai video di pesca.

Ecologia e ambiente, il pescatore sportivo può essere ancora definito una “sentinella” ambientale?
Cosa può fare per migliorare il degrado in cui si trovano tanti piccoli e grandi habitat acquatici?

ANTONIO VARCASIA (Ricercatore scientifico, angler professionista, SKY PESCA TV canale 236)
Secondo me il pescatore può incidere positivamente con il suo comportamento se virtuoso, ma non dobbiamo dimenticare che noi pescatori non siamo certo degli amanti degli animali.

Siamo spinti da una passione, non da amore.

Può sembrare controverso ma questo discorso vale in particolare per chi rilascia i pesci, a cui stiamo causando dei traumi, stress e a volte danni permanenti solo per soddisfare una nostra passione.

Questo non deve cambiare ne sminuire la necessità di essere delle persone e dei pescatori migliori, che cercano di arrecare meno danno possibile all’ambiente, però a volte quando leggo alcune conversazioni o atteggiamenti in cui sembra che siamo i paladini dei diritti dei pesci mi viene da sorridere.

Ovviamente l’errore opposto è quello di dare la colpa agli altri (i professionisti, i bracconieri, il vicino di barca), tagliandosi fuori da ogni responsabilità, e questa è una cosa non vera perché ognuno di noi determina delle conseguenze con il suo comportamento, sia in maniera diretta che di tipo emulativa.

Concludendo più che essere sentinelle penso che dobbiamo sentire una forte responsabilità che quello che abbiamo e stiamo vivendo, ci è stato affidato “in prestito” e che dobbiamo preservarlo per i nostri figli e nipoti.

MATTHIEU AMATO (campione italiano di pesca in mare da natante matthieuamato.it)
E’ fondamentale il discorso ambientale in cui credo che il ruolo del pescatore sportivo sia sì importante, laddove la Forestale e la CP raccolgano effettivamente le segnalazioni.

Credo che le foci dei fiumi vadano monitorate bene. Su youtube ci sono diversi esempi di sversamenti scandalosi.

Le segnalazioni certo possono aiutare nell’immediato ma, più a monte, sono le politiche riguardo l’uso di determinate sostanze nell’industria e riguardo certi tipi di imballaggi che debbano far cambiare le cose nel giro di qualche anno, altrimenti sarà sempre peggio.
La raccolta della “monnezza”, così come la manutenzione ordinaria (un po’ in tutti i settori), non portano voti… per cui non sarà semplicissimo che si migliori velocemente.
Non condivido però neanche il pessimismo di chi pontifica che in qualche anno il mare sarà morto perchè di pesci ce ne sono. E la voglia di pescarli non deve passare…

Nel settore pesca sportiva, cosa “resterà” (verrà ricordato) del 2019?

MATTEO DE FALCO (SKY PESCA TV canale 236)
Rispetto a cosa resterà di questo 2019, per quello che riguarda l’acqua dolce credo che la Regione Veneto abbia aperto una strada importante dichiarando non più trattenibili trota marmorata e luccio. Nella pesca in mare mi sembra che la questione della pesca nei porti sia di enorme interesse e quest’anno qualche passo in avanti si sia fatto.

ANTONIO VARCASIA (Ricercatore scientifico, angler professionista, SKY PESCA TV canale 236)
Sono un pò fuori da alcune dinamiche per una scelta personale. Vorrei riscoprire la pesca e quello che mi dà al netto di marketing, etichette, aziende e pubblicità diretta e indiretta sui social.

Penso che questo ambiente abbia molto bisogno di persone e pescatori veri, di credibilità, di cose belle.

Non mi sembra un sentimento solo mio, e penso e spero porti ad una evoluzione positiva di questo mondo.

In conclusione di questa prima parte dell’articolo, ringrazio davvero tanto Matteo, Matthieu e Antonio per la disponibilità e il tempo dedicato.
A presto per la seconda parte… un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!