Amici di PLANETSPIN! Eccoci con uno dei racconti di pesca più avvincenti pubblicati sul nostro sito. Lo scrive il nostro amico Michele, dalla Puglia, che condivide con noi la sua esperienza alla scorsa edizione (2022) del BRANZINO THE CHALLENGE. Prima di lasciarvi alla lettura, vorrei fare una piccola premessa.
In questo tempo dove tutti andiamo di fretta, dove i tempi di visione di una foto sono “frazioni di secondi”, dove anche i video vengono visti con una superficialità fuori dal normale, io vi propongo di rilassarvi 5 minuti e di dedicarvi alla lettura.
Questo testo ha richiesto tanto tempo per essere scritto, ma è il sunto estremo di 3 giorni di vita vissuta.
3 giorni che da qualche anno a questa parte anche io “me li dedico”, praticando i miei hobby preferiti: la pesca e la compagnia di un buon amico.
Planetspin trasmette emozioni che grazie al racconto di Michele, riviviamo con lui le sue esperienze e ci lasciamo trasportare nel suo racconto…
Nel 2022, dopo tanti anni passati a pescare a spinning per il puro gusto di farlo, ho deciso di partecipare a una delle più importanti competizioni di pesca sportiva alla spigola in Italia: la Branzino The Challenge.
La competizione, della durata di due giorni (più uno di ispezione del campo gara), si svolge presso la magnifica laguna di Orbetello, un posto incantato, le cui acque vantano una grande presenza di pesce.
Giovedì pomeriggio, primi di Maggio, carico di attrezzatura (e speranze) mi avvio dal paesino in cui vivo in Puglia, affrontando ben 600 km, per arrivare alla tanto agognata meta.
Orbetello, primo giorno – Venerdì
Dopo aver sistemato tutti i miei effetti personali presso l’alloggio, mi accingo a prendere possesso del kayak e a effettuare il giro di perlustrazione in laguna, c’è un leggero vento, il tempo è instabile e ogni tanto cade un po’ di pioggia, tutto però nella norma e secondo le previsioni metereologiche di giornata.
Tralasciando la pioggia leggera, a cui noi angler siamo abituati, noto però, pagaiando in lungo e in largo, che la laguna è davvero grande, molto di più di quello che immaginavo vedendola in foto. Per fortuna però il mio kayak ha anche i pedali e questo mi agevola negli spostamenti.
Dopo qualche ora decido che può bastare e finisco il giro di perlustrazione, convinto di aver trovato qualche buono spot, quindi rientro a casa e vado a dormire presto, sapendo che l’indomani sarebbe stata una giornata intensa.
Orbetello, secondo giorno – Sabato: GARA 1
Sveglia alle 6, operazioni di routine, colazione veloce, preparazione attrezzatura e via al campo gara, che alle 7 c’è il briefing. Tutto pronto, alle 8 in punto siamo tutti in acqua sui nostri kayak, in tempo per la sirena che attesta l’inizio della tanto attesa gara.
Parto in quarta e inizio a lanciare in ogni singolo punto scelto il giorno prima durante il sopralluogo, muovo le mie esche convinto che da un momento all’altro possa arrivare la botta secca che ti fa capire di aver fatto strike,
ma nulla, nessun movimento, zero attività da parte dei pesci.
Continuo a muovermi, a cambiare esche e spot, ma per tutta la durata del primo giorno di gara, l’unica cosa che prendo sono una montagna di alghe. Torno sconsolato al punto di alaggio a fine gara, pensando tra me e me di essere un grandissimo incapace, che non è stato buono a prendere nemmeno una spigola in una laguna che in pratica è un acquario.
Fermandomi a parlare con altri pescatori, però, scopro però di non essere stato l’unico a fare 0 pesci e scopro che in realtà sono stati in pochissimi ad aver raggiunto la quota di 5 spigole prevista dal regolamento. Inoltre vengo a conoscenza del fatto che non sono state pescate regine davvero degne di nota, e che quindi posso ancora sperare almeno nella vittoria del premio per il Big Fish, anche perchè la classifica individuale generale appariva ormai compromessa a causa della brutta prestazione di giornata.
Torno a casa un po’ meno amareggiato, mi lavo, mi cambio e la sera vado a mangiare una pizza veloce con gli amici Luigi e Claudio (anche loro partecipanti alla gara), facciamo due chiacchiere, ci scambiamo un po’ di opinioni e poi via di corsa a casa e a letto, perchè all’indomani bisognava di nuovo svegliarsi presto.
Orbetello, terzo giorno – Domenica: GARA 2
Sveglia di nuovo alle 6 e via, si riparte con le stesse operazioni della mattinata precedente, per quello che sarebbe stato il secondo e ultimo giorno di gara. Alle 8 siamo di nuovo tutti in acqua, nuovamente in attesa della sirena che decreta l’inizio della gara. Passano pochi minuti e via, ripartiamo, questa volta nella parte opposta della laguna.
Se il primo giorno di gara sono partito in quarta, il secondo giorno sono partito in quinta, attraversando tutta la laguna da parte a parte nel minor tempo possibile, con la convinzione di trovare un buon punto dove prendere qualche bella spigola, e magari provare a portare a casa il trofeo per il Big Fish.
Lancio a più non posso, spostandomi di tanto in tanto, fin quando non trovo una zona con delle spigole attive.
Vedo una bollata, due bollate, ho vari inseguimenti a vuoto e poi “boom”, la botta, strike!
Finalmente ne incanno una, dopo un breve combattimento la porto a guadino, la misuro, faccio la foto per la registrazione del pesce e la rilascio. Insisto sullo spot e le catture iniziano a susseguirsi, prendo numerose spigole, tra cui una splendida regina di quasi 58 cm, che mi ha fatto sperare fino alla fine nel premio per la Big.
La giornata di gara si conclude in bellezza, dopo un forte acquazzone, con ben 7 pesci presi (di cui però solo 5 validi ai fini della classifica).
Rientro alla zona di alaggio, contento come un bambino e bagnato fino al midollo (nonostante l’abbigliamento tecnico idrorepellente). Decido, quindi, di correre a casa a lavarmi e cambiarmi il più velocemente possibile, sperando di fare in tempo per l’inizio della premiazione.
Ci siamo, è il fatidico momento: la premiazione, per fortuna sono arrivato in tempo. Lo staff si posiziona sul palco e i presentatori iniziano a premiare, si parte dai team, poi il big fish (che purtroppo per pochi cm non è stata la mia regina) e poi, quando ormai le mie speranze di combinare qualcosa erano svanite del tutto, sento, dal presentatore, chiamare sul palco un tale Michelle Perrone, piazzatosi al ventesimo posto della classifica (individuale) generale.
Mi fermo un attimo e penso: “di Perrone ci sono io, ma mi chiamo Michele, mica sono francese e mi chiamo Michelle!”
Dopo svariati secondi passati a rimuginare, chiedo agli organizzatori se per caso dal palco avessero sbagliato a pronunciare il mio nome, e loro: “si, si, sei tu!
Michelle o Michele è uguale, Perrone sei tu!” Scatta l’ilarità generale di chi era vicino a me e ha ascoltato tutto il surreale discorso, io intanto salgo sul palco e felice come una pasqua vado a ritirare i premi per il risultato ottenuto.
La classifica individuale finale reciterà: Michele Perrone, ventesimo classificato su più di cento partecipanti.
Per essere stata la prima volta in quel di Orbetello e contando che il primo giorno il bottino di gara era di zero pesci, posso ritenermi davvero soddisfatto del risultato finale. Sono stati tre giorni veramente emozionanti, che mi hanno arricchito molto a livello di esperienza, soprattutto per quel che riguarda la ricerca della spigola in ambiente lagunare.
A differenza di quello che ci si aspetta, infatti, non è affatto facile pescare le spigole in laguna a Orbetello, è vero che ce ne sono molte, ma è anche vero che bisogna comunque essere capaci di prenderle. In conclusione posso dire che la Branzino – The Challenge è stata per me un’esperienza unica, che considero assolutamente da rifare e che consiglio a chiunque voglia mettersi alla prova in un ambiente di sano agonismo.
Grazie a tutti per la lettura e come sempre un caro saluto a tutti gli amici di PLANESTPIN!
Testo di Michele Perrone
Foto BRANZINO THE CHALLENGE
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