La pesca sportiva, una passione per molti e una fonte di relax e connessione con la natura, sta attraversando una crisi senza precedenti.
I mari e i fiumi, una volta ricchi di vita, si stanno svuotando, lasciando i pescatori sportivi a chiedersi: dove sono finiti i pesci?
Questo declino non riguarda solo i pescatori professionisti o le economie locali, ma colpisce anche il settore della pesca sportiva, che si trova a dover affrontare una serie di sfide legate alla sostenibilità e alla conservazione delle risorse ittiche.
Le possibile cause di questo declino sono diverse e non è affatto semplice da identificare. Si parla spesso di Sovrapesca e Cambiamenti Ambientali, ma sono solo questi gli unici fattori?
Il fenomeno della sovrapesca non è limitato alla pesca commerciale; la pesca sportiva, se non regolamentata, può contribuire significativamente alla diminuzione delle popolazioni ittiche. Molti pescatori sportivi sono appassionati e ben intenzionati favoriscono il catch and release, il rispetto delle quote di prelievo massimo e dei pesci sottomisura, ma l’aumento del numero di persone che praticano questo hobby ha portato a una pressione aggiuntiva su popolazioni di pesci già in difficoltà.
Ma il contributo maggiore, una piaga che attualmente non si riesce a debellare, è la posa di chilometri di reti abusive sottocosta, e la pesca indiscriminata con le cianciole e reti a strascico.
E’ mai possibile che manchino sempre di più risorse per tutelare e salvaguardare il patrimonio ittico e favorire lo sviluppo della pesca sportiva ricreativa che da sempre genere un fatturato notevole?
Inoltre, i cambiamenti climatici stanno alterando gli habitat marini e fluviali, influenzando la disponibilità di prede e modificando le condizioni in cui i pesci possono prosperare. L’acidificazione degli oceani, l’aumento delle temperature dell’acqua e l’inquinamento hanno tutti un impatto diretto sulle popolazioni di pesci, rendendo più difficile per i pescatori sportivi trovare e catturare pesci.
Il declino delle risorse ittiche ha conseguenze significative per la comunità della pesca sportiva. Molti appassionati riferiscono di catture sempre più rare, pesci di dimensioni ridotte e una diminuzione della varietà delle specie. Questi cambiamenti influenzano non solo l’esperienza dei pescatori, ma anche l’economia legata alla pesca sportiva, che comprende attrezzature, guide di pesca, licenze e turismo.
Le gare di pesca sportiva, una componente importante per molte comunità costiere e interne, stanno subendo un calo di partecipazione e interesse a causa della diminuzione delle catture. Questo fenomeno non solo riduce il divertimento e l’interazione sociale che questi eventi offrono, ma ha anche un impatto economico su località che dipendono dal turismo legato alla pesca.
Nonostante le sfide, esistono soluzioni che possono contribuire a invertire la tendenza e garantire che la pesca sportiva rimanga un’attività sostenibile e piacevole. Una delle strategie più efficaci è l’adozione di pratiche di “catch and release” (rilascio della preda catturata), che riducono l’impatto sulle popolazioni di pesci. Questa pratica, se eseguita correttamente, permette ai pesci di sopravvivere e continuare a riprodursi, contribuendo alla sostenibilità delle popolazioni ittiche.
Inoltre, è essenziale educare i pescatori sportivi sulle migliori pratiche per minimizzare il loro impatto ambientale. Questo include l’uso di attrezzature appropriate, la conoscenza dei periodi di chiusura delle attività di pesca per la protezione delle specie durante la riproduzione e il rispetto delle regolamentazioni locali riguardanti le dimensioni minime delle catture e i limiti di quantità.
Ma il punto di svolta può e deve arrivare dagli enti preposti alla tutela e alla salvaguardia degli ecosistemi, sia con i controlli che con un metodo dissuasivo e costante nel tempo di repressione e pene più severe per i trasgressori.
La crisi della pesca sportiva è un segnale d’allarme per tutti coloro che amano il mare e i fiumi. Mentre affrontiamo un futuro incerto per le risorse ittiche, è fondamentale che la comunità della pesca sportiva adotti un approccio responsabile e sostenibile. Solo attraverso una gestione attenta e consapevole possiamo garantire che le generazioni future possano continuare a godere della bellezza e del fascino della pesca sportiva.
Per quanto riguarda la pesca a spinning e il drastico calo di catture degli ultimi anni, le cause potrebbero anche essere dovute a fattori diversi. Ad esempio l’assuefazione verso particolari tipologie di esche artificiali (i pesci non reagiscono più avvertendo il pericolo), ma potrebbe anche essere un fenomeno ciclico dovuto agli equilibri degli ecosistemi verso specie predominanti in alcuni specchi d’acqua.
In questo ultimo caso, potremmo nominare il pesce Serra (pomatomus saltatrix) che in anni scorsi si vedeva in numerose colonie e soprattutto di buone dimensioni, diventando una delle prede più facili da catturare. Ma negli ultimi tempi, invece, la taglia e i numeri sono diminuiti drasticamente e sono molto lontani da quelli a cui eravamo abituati.
In tutte le regioni, alcune più di altre, si sta vivendo questa differenza, anche per gli altri predatori che comunemente sono i target a cui mirano i pescatori a spinning dello stivale: come il Barracuda e la Spigola. Le Leccie Amia sono ormai pesci fantasmi.
Un mare vuoto non deve essere il nostro destino; con l’impegno e la collaborazione di tutti, possiamo lavorare per ripopolare le acque e preservare questo prezioso patrimonio naturale.
Ecco la mappa interattiva degli ITINERARI DI PESCA IN ITALIA
Grazie a tutti e buona continuazione sulle pagine di PLANETSPIN!
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