Il Buginu 140 venne presentato ufficialmente alla fiera espositiva di Bologna, al Fishing Show.
Progettato dallo staff tutto italiano di Seaspin e commercializzato da UTOPIA TACKLE, nasce per la pesca a spinning in mare per insidiare i classici predatori della costa.
Ideale per gli anglers (preferisco dire spinner) più addentro nella tecnica per le sue doti di personalizzazione del movimento al recupero.
Andremo a definire le principali caratteristiche di questo artificiale per riuscire a comprendere meglio quali sono le sue doti principali e nello stesso tempo capire il suo termine ideale di impiego nelle varietà di spot (posti di pesca) e condizioni di mare che possiamo trovare, ovvero, quando e come utilizzarlo.
Un po’ di storia
L’origine del nome deriva dal dialetto sardo Buginu, (detto anche Boginu) e sta ad identificare un ministro del regno Sud-piemontese (Giovanni Battista Lorenzo Bogino) che operò nell’isola nel 1700.
Anche se realizzò tante opere e migliorie, col tempo gli è stata attribuita la fama di un uomo sanguinario,
che soffocò il popolo con tasse e restrizioni, avvalendosi di parecchi boia per far rispettare le sue leggi. Buginu è usato per dire Boia, si presume che derivi da Boccino (bocciri significa uccidere), e che sia diventato Buginu dopo l’avvento del Bogino.
Caratteristiche tecniche
Nome Buginu
Casa produttrice Utopia Tackle
Lunghezza 140 mm
Peso 28 gr
Tipologia Suspending silent minnow, long casting
Range di profondità 60 – 120 cm
Ancorette n°3 #4
Al lancio
Buono l’assetto, anche in condizioni di vento laterale/frontale. Si riescono a fare parecchi metri grazie alla ridotta resistenza aerodinamica, favorita dal suo particolare ed innovativo design della silhouette, della paletta di testa e dal perfetto bilanciamento della pesistica interna in tungsteno, che controbilancia il pescetto nelle due fasi lancio-recupero.
La paletta
La sua forma caratteristica è il principale dettaglio che fa distinguere il Buginu 140 tra tanti artificiali.
E’ stata disegnata in questo modo anche per accentuare la gestione e la personalizzazione del movimento in fase di recupero
favorisce le lunghe distanze di lancio e permette nello stesso tempo la pesca in presenza di forte corrente o con condizioni marine estreme. Vediamo in queste foto i particolari in dettaglio.
Oltre questo, spendo una parola anche sulla buona resistenza della paletta, un fattore di non poco conto nella pesca su fondali bassi, magari formati da sassi e ciottoli. Per la pesca in foce e in spiaggia, possiamo cercare la buca o il canalone con grande facilità, visto che non rischieremo rotture e magari, sostituendo le ancorette con ami singoli, ridurremo anche le possibilità di incaglio.
Al recupero
Eccedendo con le jerkate si potrà ravvivare l’esca per simulare un pescetto ferito in grande difficoltà. Nel contempo vedremo i tanti bagliori e i flash, associati ad un generoso spostamento d’acqua e delle vibrazioni, che richiamano i predatori più distanti e favoriscono l’attacco anche da pesci in poca attività predatoria (ottimo richiamo per il pesce Serra).
Al recupero lineare notiamo l’azione wobbling, anche qui i bagliori e le vibrazioni che possono trarre in inganno fatale al predatore.
Alternando ripetuti stop e ripartenze, possiamo facilmente insidiare la spigola, mentre con jerkate ripetute e leggere, possiamo attrarre soprattutto il barracuda.
L’artificiale produce delle vibrazioni nette e rapide durante il nuoto e il suo movimento è composto da un largo scodinzolio molto sinuoso, accentuato nei contrasti cromatici fra dorso e fianchi dalla particolare forma del corpo.
Buona anche la tenuta della corrente che lo vede un esca ideale in presenza di mare mosso, nelle schiumate, quando molti altri artificiali non tengono la forza del mare, in queste condizioni possiamo sfruttare al meglio tutte le caratteristiche del nostro Buginu 140.
Allo stesso modo degli artificiali con il “palettone”, si riesce ad avere un ottima tenuta della corrente, raddoppiando (in alcuni casi anche triplicando) la distanza raggiunta.
Se siamo soliti pescare da postazioni alte come le punte dei porti e le scogliere a picco sul mare, con questo artificiale abbiamo la possibilità di restare in pesca fino agli ultimi centimetri di recupero
personalmente, facendo un rapido confronto con altre esche che utilizzo, ho trovato pochissime alternative per questa specifica condizione.
L’azione
E’ ufficialmente suspending. Praticamente le indicazioni della casa lo identificano come un artificiale che, arrivato nel suo range di lavoro (fino a 120 cm di profondità), fermato il nostro recupero, tende a restare “sospeso”, in formazione di un tipico pesce foraggio in attesa (leggermente inclinato con la testa verso il basso).
Durante i nostri test, abbiamo notato che fermato il recupero, l’artificiale, pur rimanendo nel suo assetto, tende ad affondare lentamente…
un ‘altra caratteristica da sfruttare in presenza di pesci apatici, curiosi, che inseguono senza decidersi ad attaccare o magari per andare a sondare quelle zone d’acqua più profonde, dove non possiamo arrivare con altre imitazioni.
Il Buginu 140 ha l’armatura passante ed ancorette rinforzate, questi importanti fattori sono indispensabili per fronteggiare adeguatamente anche pesci di taglia come Ricciole e Leccie Amia.
Colorazioni e componenti del corpo
Tante le varianti di livrea, dal classico pesce foraggio, ai colori più estrosi e spartani. Classica nota negativa che appartiene ad oltre il 90% degli artificiali in commercio, la scalfitura della verniciatura in seguito ad urti, ancorette e attacchi dei predatori. Restando nella fascia di prezzo medio-alta, il rapporto con la qualità è tutto sommato equilibrato. Il polimero plastico utilizzato per la composizione del corpo è nella media se confrontato ad altre esche di pari fascia.
Estetica
La parte anteriore è stata disegnata per favorire un maggiore contrasto fra il sopra e il sotto, quella posteriore è allargata e più piatta per offrire larghe specchiate. Gli occhi che guardano verso il basso
sono una particolarità voluta dal team Seaspin.
Attrezzatura consigliata (canna-mulinello)
Per gestire al meglio il nostro artificiale abbiamo bisogno di un attrezzatura adeguata. Il nostro combo canna-mulinello, sarà rapportato al peso del nostro artificiale (28 grammi), alle condizioni di mare ed ai predatori che potremo insidiare. Ideale una canna corta (massimo 7 piedi -2.13 m- per aumentare la capacità di gestione in fase di recupero)
Buona anche la prossima disponibilità presso i distributori locali.
Sulla scia del successo avuto dalla UTOPIA TACKLE con il suo Mommotti (tradotto “uomo nero”), oggi affiancato da questo “sanguinario Buginu”
andiamo ad ampliare la gamma di curiosi personaggi nella nostra cassetta porta artificiali, non possiamo fare altro che chiederci… come si chiamerà il prossimo???
Grazie a tutti per la lettura e… come sempre un saluto a tutti gli amici di PLANETSPIN!
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