Dicembre 22, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Il trout area in pillole: parte 2 lo SPOON

Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.

Tra le diverse tecniche di pesca che caratterizzano la TROUT AREA, andiamo ad approfondire la conoscenza degli spoon, conosciuti anche come ondulanti.

Queste piccole esche, sfruttano il movimento del WOBBLING, ovvero un’azione sull’asse dell’esca senza rotazione, per produrre un oscillazione da un lato all’altro, con frequenza dettata dalla velocità di recupero che andiamo ad applicare sul mulinello.

Per un corretto svolgimento della tecnica andiamo a elencare le varie attrezzature da usare in questa tipologia di pesca. Partiamo con la conoscenza delle canne, proseguiamo poi con i mulinelli i fili e infine le esche.

LA CANNA
Le tipologie di canne per la pesca con gli spoon può essere di due modelli: tubolar o solid tip

TUBOLAR: sono canne con cimino e fusto in carbonio vuoto all’interno (classiche canne da pesca). Comprende svariate azioni, a partire dalla slow alla extra fast, da abbinare alle varie tipologie di lenza madre dal nylon al PE. Questo per raggiungere una giusta sensibilità in canna, dell’esca con cui stiamo pescando. Questi attrezzi hanno di solito una lunghezza tra i 6 piedi e i 7 piedi.

SOLID TIP: canne con fusto vuoto e la vetta in carbonio pieno. Sono da abbinare con una linea madre rigida (tipo trecciato), per una reazione immediata su pesci che hanno una mangiata corta o svogliata. Hanno una lunghezza che può partire dai 5’4 fino a 6’3 piedi, con azioni Extra Fast e Fast-Regular.

IL MULINELLO
In questa tecnica è fondamentale un mulinello con rapporto di recupero compreso dai 60 cm fino a un massimo di 70/74cm per ogni giro di manovella.
A seconda dello spoon che andiamo a usare ed alla reazione del pesce che ci troviamo davanti (più veloce per un pesce reattivo/fresco lento per apatico/stanziale). La taglia compresa varia tra un 1000 e un 2500 (massimo), questo anche per un bilanciamento corretto con la canna.

IL FILO MADRE E I TERMINALI
Il filo madre consigliato per la tecnica a spoon va correlato con l’azione della canna, in modo da ridurre sia il numero delle slamate che per una sensibilità maggiore sulle mangiate.

Le tipologie sono 4:
NYLON (HARD & SOFT), FLUORO, POLYESTERE (ESTER), TRECCIATO (PE) con diametri e carichi di rottura che partono da uno 0,09 mm/1,6 LB fino ad uno 0,14 mm/4 LB.
Per NYLON ESTER E FLUORO e pe 0,15/3 Lb fino a un pe 0,3/6 LB per i TRECCIATI.

Per quanto riguarda il finale è consigliato un FLUOROCARBON con un diametro a partire da uno 0,10 mm fino a un massimo di 0,16mm. Solitamente di lunghezza 60/80cm, considerando un rapporto equilibrato tra filo madre e terminale per una tenuta ottimale del nodo.

GLI SPOON
Il mondo degli spoon è molto ampio, anche perché in continua evoluzione.
Troviamo in commercio dimensioni dai 3,5 gr fino ad arrivare ad 1,5 gr (SPOON) e da 0,3 gr fino ad 1,4 gr (MICRO-SPOON) da usare in base a dove staziona e all’attività del pesce.
Possono avere forme di tutti i generi: da quelli a foglia compatta a quelli con la foglia larga, sempre in diverse lunghezze per determinare il movimento e l affondamento dell’esca stessa.
Premettiamo che tutte le forme e le grammature possono essere usate su tutti gli strati d’acqua, facendo attenzione al tempo di affondamento dopo il lancio e la velocità di recupero che andiamo a sostenere durante l’azione di pesca.

Le forme più allungate tendono a rimanere, con recupero costante, nei primi strati alti dello specchio d’acqua mentre le forme più compatte anche durante il recupero costante continuano a scendere, proprio perché il peso, essendo distribuito in meno superficie, tende a trattenere meno acqua ed a far affondare maggiormente lo spoon.
Poi arriviamo al discorso colorazione, ogni ditta ha una sua Color-chart, che varia da gradazioni pastello fino a quelle metallizzate, da quelle naturali a quelle fluorescenti.
Ogni colore va usato in una situazione ben specifica: secondo del colore dell’acqua, della profondità, dalla luce del sole e dalle tipologie di trote che troviamo.

Come indicazioni di massima, si preferiscono per un’acqua limpida, la colorazione naturale mentre per un’acqua scura è più indicata una colorazione più accesa o fluorescente.
Tutte queste indicazioni non è sempre detto che siano veritiere perché c’è anche il fattore pressione di pesca e qui parlo per la maggiore nelle gare/competizioni. Con tante persone sullo stesso specchio d’acqua, può portare a una reazione opposta e differente del pesce.
Quindi diciamo che queste opzioni sono per la maggior parte delle volte veritiere ma comunque ricordiamoci sempre che il pesce è un essere vivente e le sue reazioni possono scaturire da mille cause e varianti anche nella stessa azione di pesca.

Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.