Dicembre 30, 2024

Planetspin

Pesca in mare e acqua dolce

Il trout area in pillole: parte 4, la pesca con i jerk

Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.

Sempre in ambito TROUT AREA, la tecnica di cui andiamo a parlare oggi è quella del JERK.

Si tratta solitamente di piccole riproduzioni di pesci foraggio, caratterizzati dal loro movimento in fase di recupero, che va in risalto effettuando colpi di canna, chiamate più comunemente “jerkate, o stop&go.

Questi movimenti portano l’esca ad avere delle sbandate accentuate

a seconda della grandezza o inclinazione della paletta e la distribuzione del peso all’interno del”artificiale. Possono avere diverse tipologie di affondamento (floating – suspending-slowsinking – sinking), per raggiungere più facilmente il pesce nello strato in cui staziona.
Sono artificiali dotati quasi sempre di due ami senza ardiglione e con molte varietà di colori.

LA CANNA
La canna specifica consigliata per questa tecnica deve essere tubolar (grezzo in carbonio completamente cavo) di tipologia L o UL (light e Ultra light), con azione fast per una ottima jerkata nel movimento e una buona reattività nella fase di ferrata, di lunghezza compresa tra i 5’8 a i 6’2 piedi.

IL MULINELLO
Il mulinello in questione deve essere di taglia 2000, avere un rapporto di recupero più veloce delle altre pesche (5.7/6.2) ovvero di 70/75cm per ogni giro di manovella, perché molte volte la presentazione dell’esca va fatta con dei scatti improvvisi durante il recupero per far attivare l’istinto predatorio del salmonide.

IL FILO MADRE E I TERMINALI
Il filo madre consigliato è quella linea che ci permette un’ottima sensibilità e un’estensione ridotta, per una reattività maggiore sugli attacchi della preda, ovvero ESTER 0,4 con finali in fluorocarbon per annullare la visibilità in acqua e avere una massima resistenza all’abrasione o FLUOROCARBON 2,5lb/3lb diretto senza uso di terminali.

GLI ARTIFICIALI
I Jerk o Minnow si suddividono in due grandi famiglie: PALETTA CORTA e PALETTA LUNGA

PALETTA CORTA – per lavorare costantemente sullo strato d’acqua con un azione classica, variata da colpi di canna, recupero lineare o stop&go con il mulinello.
Possono avere diversi tipi di affondamento (floating – suspending – slowsinking – sinking), per raggiungere la fascia d’acqua prescelta.

PALETTA LUNGA – per avere un azione chiamata a DENTE DI SEGA nella fase di recupero con jerkate o sto&go fatti nel recupero con il mulinello, questo movimento risulta molto attrattivo soprattutto nel momento dello stop dell’artificiale.

Anche loro possono avere diversi tipi di affondamento (floating – suspending – slowsinking – sinking). Quasi tutti sono dotati di due ami senza ardiglione, uno in pancia e l’altro in coda per una ottima ferrata a seconda della direzione dell’attacco del pesce.

QUANDO e PERCHE utilizzare i JERK?

E’ una tecnica a me molto cara, da applicare con pesci stanziali o stressati dalle numerose vibrazioni e movimenti delle altre esche,

quindi da usare in gara durante i momenti di apatia.

Un mio consiglio spassionato, durante le competizioni, e’ quello di non soffermarsi molto nel provare con queste tipologie di artificiali, perché se il jerk attiva l’istinto predatorio del pesce, lo comprendiamo al massimo dopo 2/3 lanci vedendo, su acque limpide, dei scatti fulminei verso l’esca o in situazioni di acqua velata/scura l’attacco si farà sentine in canna senza problemi.

Parliamo di trout area, approfondiamo la tecnica con l’esperto Gabriele Mazza (alias Lello Smith), che ci fornisce importanti indicazioni su questa tecnica di pesca.

Mazza Gabriele (Lello Smith)